Alfabeto runico

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arconte73
view post Posted on 13/9/2010, 08:30






Media etą del bronzo XIX sec. a.C.


Testo dell'iscrizione della Grande pietra di Jelling, Jelling, Danimarca, 965. Il testo recita:
haraltr:kunukʀ:baž:kaurua
« Harald Re fece fare »
kubl:žausi:aft:kurm fažur sin
« stele codesta per Gorm padre suo »
auk aft:žąurui:mužur:sina:sa
« e per Thyra madre sua, questo »
haraltr ias:s<ą>ʀ·uan·tanmaurk
« Harald che conquistņ la Danimarca »
ala·auk·nuruiak
« intera e la Norvegia »
·auk·tani·<karži·>kristną
« ed i danesi fece cristiani. »L'alfabeto runico, detto "fužark" (dove il segno runico gotico ž corrisponde al suono th dell'inglese think)), dalla sequenza dei primi 6 segni che lo compongono (*Fehu, *Uruz, *Žurisaz, *Ansuz, *Raido, *Kaunan), era l'alfabeto segnico usato dalle antiche popolazioni germaniche (come ad esempio Angli, Juti e Goti).



Origini
Le rune probabilmente derivano da una scrittura appartenente al gruppo delle cinque principali varietą di alfabeto italico settentrionale, derivato dall'alfabeto etrusco, e perciņ detto "nordetrusco". Tale alfabeto č conosciuto solo attraverso alcune iscrizioni che furono scoperte nell'area alpina e prealpina. Scritture simili furono usate per il Leponzio, il Retico e il Venetico. L'esame delle iscrizioni dello scavo archeologico in corso ad Auronzo di Cadore sul monte Calvario sta cercando di spiegare la formazione dell'alfabeto runico. L'aspetto che pił colpisce delle rune č il fatto che durante la fase di sviluppo autoctono abbiano totalmente rivoluzionato il sistema alfabetico e fonetico italico, applicando ad esso addirittura un altro ordine. Questo, in ambito scrittorio, č un fatto rarissimo, se non addirittura unico nel suo genere.

Etimologia
Il sostantivo norreno rśn, attestato nelle iscrizioni, indica i singoli segni del fužark ed č conservato nelle altre lingue germaniche antiche con il significato di "segreto", "mistero"; ancora, nella lingua tedesca, il verbo raunen significa "bisbigliare, sussurrare". Le rune sono una delle pił importanti istituzioni culturali e linguistiche comuni alle popolazioni germaniche. Va inoltre detto che le prime iscrizioni runiche (II e III secolo d.C.) sembrano mostrare una lingua essenzialmente unitaria, quasi senza particolaritą dialettali che poi saranno i tratti distintivi delle lingue germaniche, dimostrando in questo modo che in questo periodo non era ancora avvenuta la seconda rotazione consonantica (zweite Lautverschiebung).

Esecuzione
Il fužark era inizialmente formato da 24 segni chiamati rune. Si conoscono evoluzioni successive del fužark, diverse per numero e forma delle rune. La grafia delle singole rune, composte da linee rette, dipende dal fatto che spesso le incisioni erano effettuate su pietra, su legno od altre superfici dure. L'inesistenza di tratti orizzontali č motivata dal fatto che nel primo periodo scrittorio i segni runici venivano incisi su legno: escludendo l'esecuzione di tratti orizzontali si evitava che i tratti coincidessero con le venature del tronco, evidentemente disposto orizzontalmente; in questo modo si evitavano possibili equivoci ed errori di lettura. I primi esempi risalgono alla fine del II secolo d.C.


Valori fonetici e traslitterazioni
I relativi valori fonetici e le traslitterazioni sono:

f,
u,
ž (th),
a,
r,
k,
g,
w,
h,
n,
i,
j,
ļ (ę, ei),
p,
z (R),
s,
t,
b,
e,
m,
l,
ŋ (ng),
d,
o.


Runa bianca
Non ci sono evidenze storiche dell'esistenza di una runa bianca, cioč "vuota". Questa ipotetica runa secondo alcuni dovrebbe simboleggiare nella divinazione il "Wyrd", il fato. Ovviamente questa runa non ha alcun uso nella scrittura e non ne abbiamo alcuna traccia, essendo propriamente uno spazio vuoto. Un suo uso nella divinazione č ritenuto improbabile, anche se non ne abbiamo prove definitive.

Serie successive
La scrittura runica ha presentato, sin dalle sue prime manifestazioni, forme nettamente diversificate, a seconda che sia stata utilizzata in area continentale, settentrionale o insulare. In ambito insulare, la tendenza ad adattare la scrittura ai suoni della lingua ha portato ad ampliare il fužark originario (composto da 24 segni) con altre rune (24 pił 5); in Scandinavia si č verificata la tendenza opposta, con la semplificazione del fužark a 16 segni.

Serie runica breve - vichinga

Oltre alla prima serie runica, che possiamo definire comune a tutte le popolazioni germaniche almeno nella fase pre-migratoria, esistono altre serie runiche, di cui una breve - di soli 16 segni - detta anche serie vichinga, che presenta la semplificazione di alcuni segni ma priva di molti dei segni corrispondenti alle vocali.

Serie runica anglosassone [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Fužorc.

Un'altra serie č quella anglosassone, che presenta la variazione grafica del segno *Ansuz, che diventa Os (foneticamente nell'anglossassone si ha uno spostamento della "a" germanica in "o"), e l'introduzione di altri tre segni, Ac ("quercia"), Yr ("arco") e Ear ("terra"). Queste poi si ampliarono ulteriormente raggiungendo trentatré segni.


Infine, esiste una serie runica, si suppone medievale, che si č sviluppata attorno al X secolo in area scandinava per scrivere lingue che usano alfabeti latini. Per questo perdono ogni uso nella magia e nella divinazione, e perdono anche ogni collegamento con le antiche lingue anglosassoni e scandinave.


Rune medievali
Codex Runicus, una pergamena datata 1300 contenente brani della legge scanica, interamente scritta con rune. Odino, signore delle rune
La tradizione scandinava attribuisce a Odino il dominio delle rune, quali sorgenti magiche di ogni potere e sapienza. Il mito della "scoperta" delle rune da parte del dio viene riferito in una strofa del poema eddico Hįvamįl, dove si legge:



(NON)
« Veit ek, at ek hekk

vindgameiši į
nętr allar nķu,
geiri undašr
ok gefinn Óšni,
sjalfur sjalfum mér,
į žeim meiši
er manngi veit
hvers af rótum renn.

Viš hleifi mik sęldu
né viš hornigi,
nżsta ek nišr,
nam ek upp rśnar,
ępandi nam,


fell ek aftr žašan. » (IT)
« Lo so io, fui appeso

al tronco sferzato dal vento
per nove intere notti,
ferito di lancia
e consegnato a Odino,
io stesso a me stesso,
su quell'albero
che nessuno sa
dove dalle radici s'innalzi.

Con pane non mi saziarono
né con corni [mi dissetarono].
Guardai in basso,
feci salire le rune,
chiamandole lo feci,
e caddi di lą. »

(Edda poetica - Hįvamįl - Il Discorso di Hįr 138-139)

Il passo č in larga parte oscuro, soprattutto perché manca in questo caso il riferimento esplicativo nell'Edda in prosa di Snorri. L'autosacrificio di Odino, qui descritto, nel quale il dio si sarebbe volontariamente impiccato a un albero e trafitto con una lancia, rispecchia perfettamente le modalitą dei sacrifici umani che venivano tributati al dio nella Scandinavia precristiana. Le vittime venivano infatti impiccate e quindi trafitte a colpi di lancia, come attestato ad esempio nella Saga di Gautrekr. L' Hįvamįl non specifica la natura dell'albero a cui il dio si sarebbe appeso, ma si ritiene comunemente di poterlo identificare con Yggdrasill, il frassino cosmico della mitologia norrena. Il nome significa "destriero di Yggr", dove Yggr, "terribile", č un epiteto dello stesso Odino. Il termine drasill, "destriero", č a sua volta leggibile nella letteratura scaldica come una kenning (metafora poetica) a indicare la forca alla quale venivano appesi gli impiccati.
Nel rito descritto si riconoscono anche motivi inerenti all'iniziazione sciamanica, derivati probabilmente dal mondo finnico. Si riteneva infatti che gli sciamani acquistassero i loro poteri di mediatori col mondo soprannaturale attraverso vari rituali di morte e rinascita, spesso descritti con tinte non diverse dal racconto dell'Hįvamįl.

Componente misterica
Aspetti delle rune
Ogni runa si compone di 3 aspetti. Si tratta di una triade che deve essere considerata in modo unitario e pertanto non puņ essere separata, in quanto nessuna di queste tre parti puņ avere senso da sola: ognuna implica l'esistenza e la sussistenza delle altre due.

Il suono (il nome pronunciato): valore fonetico della runa č la sua caratteristica vibratoria nell'aria e nello spazio. Si suppone che nella religione nordica ciņ rappresentasse la qualitą creativa che risiede nella magia della vocalizzazione; probabilmente č la qualitą alla quale ci si riferiva quando s'immaginava la parola di Dio, per esempio.
Il glifo della runa (la sua forma): rappresenta la qualitą visibile e tangibile della runa. Questa č, forse, la caratteristica che si ritiene fosse pił comprensibile per i non iniziati; l'ipotesi č supportata dall'idea che ciņ che fosse visibile al lettore della runa ne influenzasse maggiormente la sensibilitą spirituale.
Il contenuto simbolico: rappresenta il significato (o i significati) che sono stati attribuiti alla runa; tuttavia, si immagina che questo aspetto fosse solo un riflesso del reale significato attribuito alle rune e che dovrebbe comunque restare celato ai sensi. La ragione di una simile interpretazione č rintracciabile nell'ipotesi secondo cui le rune esistono in una realtą molto pił estesa di quella tridimensionale e possono solo essere accennate nel diagramma bidimensionale.
Si suppone che i significati pił oscuri delle rune possono essere concepiti soltanto da alcune persone ritenute pił "sensibili" alla componente misterica delle rune.

Preveggenza e valore augurale
Secondo Tacito, in Germania, sacerdoti, capi tribł o paterfamilias praticavano sortilegi leggendo la disposizione di pezzetti di legno, su cui erano incise le rune, sparpagliati a caso su un telo bianco.





Stele con iscrizioni runiche all'aeroporto di Arlanda, Stoccolma (Svezia)Molto spesso le rune venivano incise su strumenti o nel legno delle navi per assicurare virtł sovrannaturali a tali oggetti o, anche solo per indicarne il proprietario o il costruttore. Secondo alcuni linguisti si spiega cosģ l'origine dei sostantivi della lingua inglese (book) e tedesca (Buch) che indicano il libro come materiale scrittorio: entrambi i termini, infatti, derivano dal germanico bōk-, che indica il legno di faggio (Buche, corrispondente al latino fagus) su cui le rune erano incise. Analogamente, il sostantivo tedesco Buchstabe ("lettera") significa in origine "bastoncino di legno di faggio". Secondo altri linguisti le parole Buch ("libro") e Buche ("faggio") non sono correlate.

Declino
L'avvento del cristianesimo nelle popolazioni germaniche portņ all'introduzione di alfabeti classici, la cui funzione principale era la conservazione e la tradizione della cultura. Le rune perņ non scomparvero subito, cedendo la funzione letteraria all'alfabeto latino ma rimanendo un metodo di scrittura utilizzato per esigenze quotidiane, soprattutto di supporto alla memoria di tutti i giorni.

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