Paracelso

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arconte73
view post Posted on 10/1/2010, 21:03





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« Omnia venenum sunt: nec sine veneno quicquam existit. Dosis sola facit, ut venenum non fit. » (IT)
« Tutto è veleno, nulla esiste che non sia veleno. Solo la dose fa, dato che il veleno non fa . »
(Paracelso, Responsio ad quasdam accusationes & calumnias suorum aemulorum et obtrectatorum. Defensio III. Descriptionis & designationis nouorum Receptorum.)

Paracelso.
Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim detto Paracelsus o Paracelso (Einsiedeln, 14 novembre 1493 – Salisburgo, 24 settembre 1541) è stato un alchimista, astrologo e medico svizzero. È una delle figure più rappresentative del Rinascimento. Si laureò all'Università di Ferrara, più o meno negli stessi anni in cui si laureò Copernico.



Biografia
Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim, amava farsi chiamare Paracelso a indicare che lui era sullo stesso piano di (in greco parà sta per vicino, presso) Aulo Cornelio Celso, romano naturalista e esperto in arti mediche vissuto nella prima metà del I secolo.

Paracelso era figlio di Wilhelm von Hohenheim. Fu da suo padre, laureato in medicina presso l'università di Tubinga, che egli ricevette i primi insegnamenti in medicina e in chimica. In seguito, sotto l'abate ed alchimista Trithemiusof Wurzburg, studiò chimica ed occultismo.

La sua importanza in campo farmacologico è dovuta al fatto di essere stato il primo a raccomandare l'uso di sostanze minerali e di prodotti chimici per la cura delle malattie dell'uomo diversamente da quanto esposto nelle precedenti dottrine dove ci si limitava all'uso di piante ed estratti vegetali. La sua vita fu estremamente movimentata: dopo aver lavorato nelle miniere a Schwatz, intraprese lunghi vagabondaggi che lo portarono in Italia, Spagna, in Germania, in Inghilterra, in Svezia, in Russia, in Polonia, in Transilvania e, come egli stesso dice, in India e in Cina. Tornato in Germania, la sua fama aumentò rapidamente e gli fu offerta la cattedra di medicina all'Università di Basilea. Paracelso fece bruciare pubblicamente dai suoi studenti i testi di Galeno ed Avicenna, bollandoli come ignoranti in materia medica. Nella prima metà del XVI secolo sostenne infatti:

« come infatti attraverso uno specchio ci si può osservare con cura punto per punto, lo stesso modo il medico deve conoscere l'uomo con precisione, ricavando la propria scienza dallo specchio dei quattro elementi e rappresentandosi il microcosmo nella sua interezza [...] l'uomo è dunque un'immagine in uno specchio, un riflesso dei quattro elementi e la scomparsa dei quattro elementi comporta la scomparsa dell'uomo. Ora, il riflesso di ciò che è esterno si fissa nello specchio e permette l'esistenza dell'immagine interiore: la filosofia quindi non è che scienza e sapere totale circa le cose che conferiscono allo specchio la sua luce. Come in uno specchio nessuno può conoscere la propria natura e penetrare ciò che egli è (poiché egli è nello specchio nient'altro che una morta immagine), così l'uomo non è nulla in sé stesso e non contiene in sé nient'altro che ciò che gli deriva dalla conoscenza esteriore e di cui egli è l'immagine nello specchio. »


La sua opposizione aperta alla medicina tradizionale e la sua indole polemica lo portarono a perdere il lavoro fisso di insegnante presso l'Università di Basilea.

Non aveva un carattere facile, anzi era piuttosto superbo e orgoglioso, tanto che dal suo nome Bombastus è derivato in inglese l'aggettivo bombastic, che indica una persona piena di sé ed arrogante. "Alcuni mi accusano di superbia, altri di pazzia, altri ancora di stoltezza". Ricevette molte accusa, tra cui quella di alcolismo o di non prendere parte alle cerimonie religiose.

A San Gallo, cittadina dell'est della Svizzera, vive un secondo breve periodo positivo della sua vita. Qui gli vengono affidate le cure del borgomastro del paese Christian Studer per ventisette settimane. Tuttavia, Paracelso non è tenuto in gran considerazione dai medici teorici di allora. Durante questi anni, infatti, la sua figura si contrappone a quella di Joachim von Watt ( o Joachim Vadiano), medico e luminare più in vista a San Gallo, del quale è anche sindaco, umanista che però prediligeva la teoria alla pratica e al contatto diretto con il malato. Le fonti fanno sembrare che egli fosse spesso consultato per problemi allo stomaco e all'intestino, probabilmente perchè la sua fama era maggiore in questo campo che nella chirurgia.

Durante il soggiorno a San Gallo si verifica un evento a partire dal quale si può intuire l'inclinazione profetica della personalità di Paracelso: come questi scrive nella sua opera Paramirum, il 28 ottobre del 1531 avvista un gigantesco arcobaleno. Egli nota che questo indica la stessa direzione da cui, due mesi prima, era venuta la cometa di Halley. Secondo Paracelso, l'arcobaleno, da lui chiamato arco della pace, avrebbe portato un messaggio salvifico dopo la discordia annunciata dalla cometa.

Difficoltà di interpretazione
Leggere Paracelso presenta una serie di problematiche non facilmente risolvibili. "Egli era medico, astrologo, mago e alchimista e al contempo nemico della medicina, dell'astrologia, della magia e dell'alchimia tradizionali". Tutto ciò che scrisse è influenzato da queste discipline e nello stesso tempo è utilizzato polemicamente contro di esse. Egli è stato definito il Lutero della medicina per il suo spirito di ribellione. In un periodo in cui uscire dai sentieri battuti, in qualsiasi campo, era un'eresia da condannare, Paracelso si gettò in una concezione del tutto indipendente della scienza medica e non esitò a scagliarsi contro le concezioni tradizionali ereditate dal passato e ancora fermamente condivise.

In Paracelso, la visione scientifica delle cose si mescola sempre con una più spiritualistica e astrologica. "Il profano che si avvicina a Paracelso non può che rimanere stordito dal miscuglio di scienza e superstizione, filosofia e banalità, genio e follia". Quando tratta di medicina, tratta anche di magia, di alchimia, di astrologia. "Non c'è medicina senza alchimia, non c'è medicina senza astrologia, non c'è medicina senza magia". Egli afferma: "Sulla Terra c'è ogni tipo di medicina ma non coloro che sanno applicarla".

Opere
Vom Holz Guaico, 1529.
Vonn dem Bad Pfeffers in Oberschwytz gelegen, 1535.
Die große Wundarzney, Ulm 1536.
Philosophia magna, tractus aliquot, Köln 1567.
Von den Krankheiten so die Vernunfft Berauben, Basel 1567.
Philosophiae et medicinae utriusque compendium, Basel 1568.
Kleine Wundartzney, Basel 1579.
Opus Chirurgicum, Bodenstein, Basel 1581.
Opera omnia medico-chemico-chirurgica, 3 voll., Genf 1658.
Liber de nymphis, sylphis, pygmaeis et salamandris et de caeteris spiritibus



Il principe dei medici e dei filosofi del fuoco
Grande fisico paradossale
il trismegisto della Svizzera
Primo riformatore della filosofia alchemicha
adepto in alchimia, Cabala e Magia
fedele naturalista
maestro dell'elisir della vita e della pietra filosofale
grande sovrano dei segreti alchemici

Philippus Aurelius Teophrastus Bombastus von Hoenheim nacque in Svizzera nel 1493, medico eccelso ed alchimista di prim'ordine, dotato di una forte personalità e di un'altrettanto forte arroganza. Era talemente pieno di sé che gli inglesi inventarono il termine bombastic per definire le persone arroganti. Si autodefinì Paracelso, ovvero più grande di Celso (massima autorità medica nel 1° secolo dC.)

Tuttavia tale pomposità trovava valido motivo di essere nei suoi studi, tra i tanti scritti lasciati troviamo appunti che tuttora lasciano sorpresi e perplessi. Il suo libro Chirurgia minore è il precursore della moderna medicina, e su molti dei suoi libri troviamo concetti ed insegnamenti innovativi.

Paracelso era figlio di un gran maestro dell'ordine Teutonico e valente medico, tanto che Paracelso avrà sempre parole di grande rispetto nei suoi confronti. Dopo un primo periodo di studi con il padre, fu seguito da Tritemius, abate di Spanheim, e grande Cabalista, per poi imparare la medicina e la chimica da Sigismund Figger. Per tutti i suoi maestri Paracelso avrà sempre parole di lode. Si recò poi in Germania ed Ungheria per imparare i segreti dei metalli dai minatori. Nonostante le difficoltà perseguì il suo scopo con tenacia. La sua ricerca lo porterà in russia alla ricerca delle miniere dei Tartari. Sarà fatto prigioniero dal Khan dove apprenderà altri segreti. Sarà inviato da quest'ultimo al seguito di una spedizione diplomatica a Costantinopoli dove incontrerà un Arabo che gli insegnerà i segreti della pietra filosofale, all'epoca aveva 28 anni. Nonostante la moltitudine di libri non vi è nessuno scritto di Paracelso su questo viaggio, documentato però da Van Helmont.

In turchia Paracelso esercitò come chirurgo presso l'armata Imperiale eseguendo operazioni straordinarie, il suo libro la Grande Chirurgia stampata in folio ne è una prova schiacciante.

In Europa all'epoca si usavano le pratiche Galvaniche e Arabiche, i metodi usati erano quelli del salasso, lo spurgo, il rigurgito, i lavaggi, ecc. Nulla potevano queste pratiche contro un disturbo venereo che colpì l'Europa. A Bologna Jon Carpus, illustre chirurgo e anatomista, eccelleva nella tecnica della salivazione indotta col mercurio. Paracelso apprese le proprietà del mercurio e riuscì a preparare delle pillole. La cura diveniva meno aggressiva di quella usata da Carpus, in questo modo fu in grado di curare la scabbia, la lebbra, le ulcere, il morbo Napoletano e persino la gotta.

La sua fama aumentò rapidamente, tanto che gli fu offerta la cattedra di medicina all'università di Basilea. Al suo discorso pubblico di fronte all'università disse "Sappiate dottori, che la mia barba ha più esperienza di tutte le vostre unviersità, il più sottile capello della mia nuca ne sà più di tutti voi, le fibbie delle mie scarpe sono più sapienti dei vostri sapienti più famosi." E' facile immaginare l'indignazione che provocò, alla sua prima lezione si fece portare un vaso in ottone e dopo averlo riempito di zolfo e salnitro vi appicò il fuoco bruciando i libri di Galeno e Avicenna. A causa del suo carattere focoso, le sue lezioni pian piano furono disertate dagli studenti, e Paracelso iniziò a bere, tanto che ben presto lo additarono come ubriacone. Dopo tre anni lasciò la cattedra per riprendere i suoi vagabondaggi. Non smise mai di bere, eppure pur essendo ubriaco riusciva a compiere operazioni chirurgiche di tale bravura e precisione da rasentare l'impossibile.

Morì a Salisburgo, vicino al caminetto dell'ostera il Cavallo Bianco. In tutta la sua vita aveva pubblicato si e no quattro libri. Il suo servitore Oporinus rimase al suo fianco per anni nella speranza di carpirne i segreti, ed alla morte di Paracelso fu sorpreso di trovare tanti manoscritti, poichè non lo aveva mai visto scrivere una parola. E la sorpresa fu ancora maggiore quando si rese conto che tali scritti avevano un'eleganza ed una forma di linguaggio che non sembrava possibile fossero stati scritti da un ubriacone.

Eppure nell'Archidoxa Medicinae tratta dei fondamenti e delle massime che riguardano la chimica, tanto che sono considerate a tutt'oggi tra le più illuminanti nel campo chimico. Nella prefazione si legge "Era mia intenzione pubblicare tutti e dieci i volumi dell'Archidoxa, ma poichè ritengo che il genere umano non sia ancora maturo a sufficienza per i tesori offerti nel decimo libro, ho pertanto deciso di tenerlo nascosto nel mio occipite e di non riportarlo alla luce finché non vi decidiate ad abiurare Aristotele, Avicenna e Galeno e giurare fedeltà al solo ed unico Paracelso"

La grandezza di Paracelso fu quella di affrontare la ricerca della conoscenza con mente aperta e spirito indagatore, rifuggendo quelle che erano le schematiche dell'epoca. Usava l'oppio in alcune delle sue terapie somministrando pastiglie che lui chiamava laudanum, ovvero la sua medicina più lodevole.

Si narra che fosse riuscito a concepire la vita in vitro, i suoi studi erano un misto di scienza e alchimia, come si evince dai suoi appunti "Se la fonte di vita, chiusa in un'ampolla di vetro sigillata ermeticamente, viene seppellita per quaranta giorni in letame di cavallo e opportunamente magnetizzata comincia a muoversi e a prendere vita. Dopo il tempo prescritto assume forma e somiglianza di essere umano, ma sarà trasparente e senza corpo fisico. Nutrito artificialmente con arcanum sanguinis hominis per quaranta settimane e mantenuto a temperatura costante prenderà l'aspetto di un bambino umano.Chiameremo un tale essere Homunculus, e può essere istruito ed allevato come ogni altro bambino fino all'età adulta, quando otterrà giudizio ed intelletto."

Nei resoconti di Oporinus spiega che il suo padrone era un giorno senza un soldo ed il giorno successivo ne aveva in grande abbondanza. Si faceva prestare i soldi da amici e conoscenti per restituirli il giorno dopo con l'aggiunta di stravaganti interessi. Nella sua conoscenza di alchimia e chimica sembra difatti che vi fosse anche la pietra filosofale, sicuramente era in grado di trasmutare gli elementi, pur senza avere cognizione dei numeri atomici che accompagnano le formule chimiche moderne. Nel suo Theatrum Alchemiae fa riferimento ad un tesoro nascosto sotto un albero.

Ad ucciderlo più che la sua passione per l'alcool fu la delusione di aver incontrato una platea di menti ottuse tra i grandi dottori e i grandi sapienti dell'epoca. Forse lo consolerebbe sapere che a distanza di 500 anni non è cambiato nulla.

 
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