È possibile individuare due diversi ambiti dello spiritismo:
1. Il primo ambito è rappresentato dallo spiritismo classico che, attraverso la pratica della seduta spiritica, vuole comunicare con le anime dei defunti. La figura fondamentale è quella del "medium", che è appunto l’intermediario fra gli spiriti e i partecipanti. Fenomeni tipici dello spiritismo sono: registrazione di voci, intuizione di eventi futuri, visioni, scrittura automatica (fenomeno per il quale un soggetto sente la propria mano spinta a scrivere, come guidata da un’altra personalità), ectoplasmi, cioè forme corporee fluidiche in cui si materializzerebbero gli spiriti.
2. Esiste poi un secondo ambito detto "channeling", in cui si tende a ricevere informazioni da una entità superiore; questo richiede la presenza di un canale (channel) capace di ricevere le informazioni da tale entità. Seppure non esiste una chiara e netta distinzione fra il channeling e lo spiritismo classico, si può affermare che questa seconda forma di spiritismo si differenzia dalla prima perché le entità evocate non sono solo le anime dei defunti, ma anche extraterrestri, fate, gnomi, demòni, maestri spirituali o addirittura Gesù Cristo e Dio Padre. E’ chiaro che tale forma di spiritismo si ricollega ad un’idea panteistica e non a caso il channeling è molto praticato in ambienti New Age.
Le entità del channeling non trasmettono semplicemente notizie circa la loro condizione nell’aldilà, come generalmente avviene nell’ambito dello spiritismo classico, ma vengono rivelati veri e propri sistemi filosofici, spesso presentati come "nuovi vangeli". Fra questi The Aquarian Gospel of Jesus Christ (il Vangelo Acquariano di Gesù Cristo) e The Urantia Book, risalenti rispettivamente ai primi ed alla metà del ventesimo secolo, hanno esercitato una influenza decisiva sulla formazione dell’ideologia del New Age. E’ stato in seguito lo stesso New Age a creare "nuovi vangeli" di impostazione gnostica e panteistica.
Lo spiritismo insegna che possiamo comunicare con gli spiriti che si sono dipartiti e con altre entità spirituali. Altri insegnano che possiamo cercare uno spirito guida a cui affidare la nostra vita. Notiamo che:
1. Dio nella Bibbia proibisce espressamente di consultare gli spiriti, con e senza l'aiuto degli spiritisti; tale proibizione indica che vi è del male e del pericolo in questa pratica (Levitico 19:31; 20:6,7; Isaia 8:19). È inutile che gli spiritisti citino l'esempio di Saul, perché quell'infelice morì per aver consultato un'evocatrice (I Cronache 10:13).
2. I morti sono sotto il controllo di Dio, che è Signore della vita e della morte, e non possono quindi essere soggetti ai medium. Si veda ad esempio Apocalisse 1:18; Romani 14:9. Gli spiritisti citano il caso della pitonessa e Samuele, e l'apparizione di Mosè ed Elia sul Monte della Trasfigurazione. Anche se Samuele apparve realmente a Saul, ciò avvenne per il permesso divino; lo stesso si può dire di Mosè ed Elia. Il racconto del ricco e di Lazzaro prova che non è consentito, a coloro che si sono dipartiti da questa terra, comunicare con i viventi (Luca 16).
3. Nonostante sia stato provato che spesso il fenomeno dello spiritismo è inganno, vi è qualche realtà in esso. I defunti sono sottoposti al controllo di Dio e non possono comunicare con i viventi, ma le manifestazioni spiritiche e i loro messaggi provengono da spiriti seduttori e mendaci (I Re 22:22; I Timoteo 4:1).
Molti di coloro che abbracciano lo spiritismo o consultano i medium, sono spesso persone che hanno rigettato la fede in Gesù e che non hanno mai fatto un incontro personale con Lui. Quelli che Lo hanno conosciuto e credono nelle Scritture ricevono aiuto, pace, e luce sufficiente sulle cose che concernono sia questo mondo che il mondo che sta al di là della tomba.
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