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arconte73
view post Posted on 18/10/2008, 23:19




questo angolo del sito e dedicato a tutto ciò che noi nel senso di umanità definiamo "il sapere".

Mani



Mani così ruvide,

piene di forza,

mani che spostano cose,

che costruiscono, che demoliscono,

che scrivono .

Mani segnate dal tempo,

screpolate, tagliate,

profonde nelle loro rughe …

Mani che plasmano la materia

rendendola bella,

che modellano marmi,

incastonando visi in quei massi,

mattoni che danno case,

ferro che rinforza le strutture,

mani che smuovono il mondo,

che muovono gru, semoventi,

autoarticolati,

che donano

all’uomo straordinarie cose…

eppure innanzi a Te,

mani che tremano nel darti una carezza

per non sciupare ciò cui si vuol bene

ed il tuo viso dolcemente passo col mio palmo

ed in esso tutta la delicatezza dell’ amore

per Te

nelle mie mani…







Amfortas

 
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arconte73
view post Posted on 20/10/2008, 20:19




LA MAPPA DI PIRI REIS

Uno fra gli oggetti più interessanti ed enigmatici proveniente dal nostro passato è la mappa di Piri Reis. Questa carta fu disegnata dall’omonimo ammiraglio turco nell’anno 1513 d.c.. ed è stata rinvenuta solo per metà nel 1929, durante i lavori per la ristrutturazione del Palazzo Imperiale di Instambul. Disegnati su una pelle di gazzella possiamo osservare: la costa Occidentale dell’Africa, quella dell’Europa, la costa Orientale dell’America Meridionale, la costa Orientale dell’America Settentrionale (parzialmente) e la Terra della Regina Maud nell’Antartico.

La peculiarità di questa carta, non sta nel fatto che rappresenti l’Antartico prima che sia stato scoperto ufficialmente nel 1818, ma che lo rappresenti in un era subglaciale (privo di ghiacci), così come se lo si fosse potuto vedere fra il 15.000 e il 4.000 a.c.
Il profilo del continente Antartico privo di ghiacci sarà scoperto solo nel 1949 durante il corso dell'anno Geofisico Internazionale, mediante il metodo sismico a riflessione . Così come afferma lo stesso ammiraglio Reis, egli non disegnò la mappa di proprio pugno ma ebbe modo di ricopiarla da fonti più remote; grazie alla fama ottenuta per i suoi meriti, aveva infatti accesso privilegiato alla Biblioteca di Costantinopoli, dove poteva documentarsi con opere molto più antiche.

ALTRI ASPETTI

L’ammiraglio Reis, da molte persone considerato come un pirata, in realtà si dimostrò una persona molto colta ed ingegnosa. Dall’alto della sua esperienza di navigatore, decise di mettere per iscritto le conoscenze che aveva acquisito durante il corso dei suoi lunghi viaggi. Stiamo parlando del Kitabi Bahriy. Al proprio interno possiamo scoprire oltre alla richezza di informazioni nautiche, anche il fatto che Colombo non scoprì l’America ma l’abbia solo riscoperta. Le cronache ci parlano di un marinaio di Colombo catturato dallo zio Kemal Reis che fornì supporto alla stesura della Mappa. Il marinaio donò a Reis, una carta usata dallo stesso Colombo, dove si osservavano chiaramente le coste del Nuovo Mondo. Il tutto sarebbe confemato da una lettera che Cristoforo spedì a suo fratello Bartolomeo.

IL PARERE DEGLI SCETTICI

A detta degli scettici, la spiegazione del mistero apparirebbe di facile dimostrazione in quanto secondo loro, il continente Antartico sarebbe nientemeno che la rappresentazione immaginaria della mitica Terra Australis Incognita, derivata dalla tradizione Tolemaica, la quale voleva che vi fossero delle terre emerse attorno al polo australe, per bilanciare tutte le terre emerse (allora conosciute) presenti nel polo boreale. Tuttavia la precisione della longitudine e la forma dettagliata del continente Antartico tenderebbero ad escludere quesa ipotesi.
Dobbiamo notare però, che fra gli scettisci non si riesce a trovare una linea unica di pensiero, in quanto altri vorrebbero che la porzione identificata come la Terra della Regina Maud, sia (anche se un po’ forzatamente) il proseguimento di parte dell’America Latina che effettivamente non viene rappresentata nella mappa. La risposta a questo problema viene dal fatto che per la cartografia relativa al nuovo mondo, sono stati altresì presi come riferimenti le carte prodotte dai navigatori di allora (forse portoghesi), giustamente ritenute più attendibili all’epoca rispetto alle antiche carte. Ecco perché anche l’America Centrale, viene rappresentata in maniera meno accurata rispetto ad altre parti dei continenti, in quanto maggiormente basata sulle spedizioni di allora.
Chi dunque prima di 4.000 anni avanti Cristo e prima della nascita di ogni civiltà conosciuta, aveva nozioni per riprodurre mappe con una cartografia avanzata?


APPROFONDIMENTI

Vedremo ora di seguito alcuni approfondimenti relativi a questa interessante mappa.
Nessun cartografo dell' antichità, da Eratostene (275?-194 a.c.) a Claudio Tolomeo (II secolo d.C.), a Marino di Tiro (pure del II secolo), a Pomponio Mela (I secolo), ha rappresentato, nei lavori che ci sono pervenuti, l' America e l' Antartide. Invece una prima occhiata alla carta a colori di Piri re’is, realizzata su una pelle di gazzella di 85x 60 centimetri, permette di constatare che essa comprende le coste occidentali dell' Africa e dell' Europa, da Capo Palmas a Brest, comprese le isole nell' Atlantico Settentrionale e certe dell' Atlantico Meridionale, Cuba e le isole dei Caraibi, la costa atlantica dell' America Meridionale, da Capo Frio su a nord, fino all' Amazzonia, e l' isola di Maracà, due isole misteriose e sconosciute, una delle quali è chiamata Antilla, mentre l' altra si estende in una zona in cui, ai giorni nostri, esistono solo i piccolissimi isolotti rocciosi di Saint-Pierre e Saint-Paul, una parte della catena delle Ande, la costa orientale inferiore dell' America del Sud, da Bahia Blanca a Capo Horn, le isole Shetland meridionali, le isole Falkland, una parte del continente antartico, tra cui la Terra della Regina Maud. Aggiungiamo che, tra le numerose illustrazioni e miniature che ornano questa carta, sono riprodotti un lama ed un puma nella parte raffigurante l' America Meridionale. A titolo d' esempio, si può dire che cartografi a lui contemporanei, come Jean Severs o Lopa Hamem, confondevano ancora l' America Settentrionale con quella Centrale, o davano l' immagine di una terra ben diversa da quella che conosciamo. In più, bisognerà aspettare le spedizioni dei Conquistadores per venire a conoscenza dell' esistenza delle Ande, dei puma e dei lama.



Ammiraglio Piri Reis

Per una serie di circostanze, nel 1956 la carta attirò l' attenzione di studiosi liberi da preconcetti. Offerta da un ufficiale della Marina Turca all' Ufficio Idrografico della Marina statunitense, una copia fu trasmessa ad un valente cartografo, M. Walters, che la passò ad un suo amico etnografo appassionato di cartografia antica, il capitano Arlington H. Mallery. Quest' ultimo aveva cominciato da parecchi anni a dedicarsi allo studio della carte dell' America Settentrionale e della Groenlandia disegnate dai Vichinghi. Esaminata la mappa, osservò immediatamente che la sua parte meridionale rappresentava isole e baie della costa antartica ora nascoste dai ghiacci, e fu il primo ad affermare che qualcuno doveva aver fato tali rilievi anteriormente alla comparsa dei ghiacci stessi, quindi n un periodo in cui l 'Antartide era ancora accessibile all' uomo e le sue risorse ancora sfruttabili: questo giustificava l 'interesse per le terre australi, accesosi almeno seimila anni prima. Avremo occasione di tornare in seguito sul complesso problema della datazione precisa. . Nelle carte dell' ammiraglio turco vi sono delle imprecisioni, ma sono ovvie e dimostrano come Piri Re’is si sia basato su antiche mappe ottime e su altre meno buone perchè risultanti dalla copiatura errata di certi dettagli da documenti anteriori. Con il passare del tempo, infatti, i portolani (carte nautiche) si fanno sempre più approssimativi: essi servivano ultimamente ai marinai solo per consentire loro di andare da un porto all' altro (di qui il nome) senza il rischio di sbagliarsi troppo.

Quanto a Piri Re’is, ecco alcuni esempi. Il Rio delle Amazzoni è disegnato due volte: la seconda volta l' ammiraglio rappresenta in modo del tutto corretto l' isola di Marajo, scoperta solo nel 1543. Mancano 900 miglia di costa tra Capo Frio e Bahia Blanca, ma le Falkland (scoperte nel1592) sono perfettamente riprodotte. Non si vede sulla mappa lo stretto di Drake, che separa Capo Horn dal continente antartico, ma vi figurano le isole Shetland dell' emisfero meridionale. E dell' Antartide sono facilmente visibili la Penisola di Palmer, la Terra della Regina Maud e numerosi picchi montagnosi sub glaciali al largo delle coste, identificati come tali dalla spedizione antartica norvegese-svedese-britannica nel 1954. Curioso è il fatto che l 'ammiraglio abbia disegnato solo a metà l' isola di Cuba, rappresentandone la parte occidentale sotto forma di un insieme di isolotti. Ma il professor Hapgood ha chiarito il mistero: tale parte era, in tempi remoti del tutto sommersa. Ecco quindi un altro elemento che viene a testimoniare l 'età plurimillenaria di alcuni frammenti usati dal cartografo turco.

Come detto in precedenza, tra gli interrogativi posti dalla mappa di Piri Re’is c' è quello di una misteriosa isola di notevoli dimensioni situata nell' Atlantico, dove oggi si levano gli isolotti di Saint-Pierre e Saint-Paul, chiamata "Antilla". Hapgood ritiene trattarsi di una riproduzione "artificiale" della favolosa Atlantide, ma altri sono propensi a credere ad una rappresentazione più o meno fedele dell' ultimo lembo di terra rimasto emerso dopo la sommersione del continente (o meglio, del vasto arcipelago) scomparso negli abissi oltre diecimila anni fa. Era dunque una civiltà brillante, dotata d 'importanti mezzi tecnici. Le carte sopravvissute alla scomparsa di questa civiltà possono essere benissimo andate a finire nella biblioteca di Alessandria d' Egitto ed in quella di Cartagine, entrambe distrutte poi da incendi. I Fenici ed i geografi di Alessandria usarono quindi questo materiale, tramandandolo poi con i modesti mezzi dell' epoca e rifinendo male il lavoro. I portolani che ne risultarono sono disseminati in tutto il mondo. Non può dunque sorprendere il fatto che Piri Re’is, Cristoforo Colombo ed altri siano giunti in possesso di documenti tanto preziosi".


TRADUZIONE DELLE NOTE

1) C'è un tipo di tintura rossa chiamata vakami, che alle prime non vedi, in quanto appare a distanza....le montagne contengono ricchi minerali....Ci sono alcune delle pecore che hanno una lana sericea.
2) Questa regione è abitata .L'intera popolazione gira nuda.
3) Questa regione è conosciuta come provincia di Antilia. E' dalla parte dove il sole tramonta. Dicono che ci sono quattro generi di pappagalli, bianchi, rossi, verdi e neri. La gente mangia la carne dei pappagalli ed i loro copricapo sono fatti interamente di penne di pappagallo. C'è una pietra lì. Sembra "Paragone" nero (si riferisce alla basanite, usata in gioielleria come pietra per testare oro e argento). La gente la usa invece dell'ossidiana. E' estremamente dura....(illeggibile) jPe ha visto questa pietra
4) Questa mappa è stata disegnata da Piri Ibn Haji Mehmed , conosciuto come nipote di Kemal Re'is, in Gallipoli, nel mese di muharrem dell'anno 919 (circa tra il 9 marzo ed il 7 aprile del 1513.).
5) Questa sezione dice come queste coste ed anche queste isole furono scoperte.
Queste coste sono chiamate le rive di Antilia. Vennero scoperte nell'anno 896 del calendario arabo. Viene riportato infatti che un infedele genovese, il suo nome Colombo, è stato colui che ha scoperto questi posti. Peraltro un libro cadde nelle mani del suddetto Colombo, e si è detto in questo libro che alla fine del mare occidentale (atlantico), sul lato occidentale, c'erano coste ed isole e tutti i generi di metalli ed anche pietre preziose. Il suddetto , avendo studiato molto questo libro, spiegò queste materie uno per uno a tutti i grandi di Genova e disse: "Avanti, datemi due navi e lasciatemi andare a scoprire questi posti." Loro gli risposero:" O inutile uomo, come può un fine o un limite essere trovato nel mare occidentale? I suoi vapori sono pieni di oscurità". Il sopra citato Colombo vide che nessun aiuto gli sarebbe venuto dai genovesi , decise altrimenti, ed andò dal re di Spagna, spiegandogli tutto. Anch’egli spagnoli risposero come i genovesi. In breve Colombo si fermò presso di loro per molto tempo e finalmente il Re di Spagna gli diede due navi, le equipaggiò e disse:" O Colombo, se succede come dici, ti faremo kapudan (ammiraglio) di quelle terre". Detto questo spedì Colombo nel mare occidentale. Il defunto Gazi Kemal aveva una schiavo spagnolo e questo schiavo raccontò a Kemal Re’is di essere stato tre volte in quelle terre con Colombo. Raccontò:" dapprima abbiamo raggiunto lo stretto di Gibilterra, quindi da lì dritto a sud e ad ovest attraverso....(illeggibile). Andati dritti per quattro migliaia di miglia abbiamo visto un isola di fronte a noi, ma gradualmente le onde divennero meno spumeggianti, il mare si calmò e la Stella Polare - i marinai sui loro compassi ancora la chiamano stella - a poco a poco si velò e divenne invisibile , e disse anche che le stelle in quelle regioni non sono le stesse di qui. Sono disposte in modo diverso. Si ancorarono all'isola che avevano visto prima. La popolazione dell'isola venne e tirò loro delle frecce. Le punte delle frecce erano fatte di ossa di pesce e l'intera popolazione girava nuda ed anche....(illeggibile). Vedendo che non potevano sbarcare sull'isola girarono sull'altro lato dell'isola e videro un battello. Vedendoli il battello fuggì e loro (la gente sul battello) scapparono via sull'isola. Loro (gli spagnoli) catturarono il battello e videro che dentro c'erano resti (carne) umani. Succedeva che questa gente erano di una nazione che viaggiava da isola ad isola cacciando uomini e mangiandoli. Dicono che Colombo vide ancora un'altra isola, si avvicinarono e videro che sull'isola c'erano grandi serpenti. Evitarono di scendere sull'isola e restarono lì diciassette giorni. La gente di quest'isola vide che nessun danno veniva loro dagli spagnoli, catturarono del pesce e lo portarono agli spagnoli nei loro piccoli battelli (filika). Loro (gli spagnoli) furono compiaciuti e regalarono a quelli delle perline di vetro.Sembra che lui (Colombo) avesse letto nel libro (quello famoso di cui si dice Colombo fosse in possesso.) che in quella regione le perline di vetro erano molto apprezzate. Vedendo le perline la popolazione portò ancora più pesce. Questi (gli spagnoli) davano loro sempre le perline di vetro. Un giorno videro dell'oro intorno al braccio di una donna, presero l'oro scambiandolo con perline. Dissero loro che se portavano ancora oro avrebbero dato in cambio perline di vetro (dicono). Quelli andarono e portarono molto oro. Pare che in quelle montagne ci fossero miniere d'oro. Un giorno, ancora, videro delle perle tra le mani di una persona. Allora fecero lo stesso, diedero perline di vetro e molte perle furono portate loro. Le perle venivano trovate sulle spiagge di quest'isola, in un posto profondo uno o due braccia. Ed ancora, caricate le loro navi con legname (da costruzione/pregiato.) e portando dietro due nativi entro l'anno furono dal re di Spagna. Ma il suddetto Colombo, non conoscendo la lingua di questi popoli, commerciava a segni e dopo questo viaggio il Re di Spagna spedì preti e orzo, insegnò ai nativi a seminare e raccogliere e li convertì alla sua religione. Loro non avevano religione alcuna. Camminavano nudi e giacevano come animali. Ora queste regioni sono aperte a tutti e sono diventate famose. I nomi che segnano i posti sulle precitate isole e coste vennero dati da Colombo, che questi posti possano essere conosciuti da loro. Ed anche, Colombo era un grande astronomo. Le coste e le isole su questa mappa sono tratte dalla mappa di Colombo.
6) Questa sezione spiega come questa mappa è stata disegnata. In questo secolo non esiste mappa come questa in mano ad alcuno. La mano di questo povero uomo l 'ha disegnata ed ora è finita. Da circa venti carte e Mappa Mundi - carte disegnate ai tempi di Alessandro, Signore dei Due Corni, (si riferisce in apparenza ad Alessandro Magno,.) che mostrano gli abitati quarti del mondo; gli arabi chiamano queste mappe Jaferiye - da otto Jaferiye di questo tipo ed una mappa arabica dell'Indo (Hind), Sind e Cina, geometricamente disegnata,ed anche dalla mappa disegnata da Colombo nella regione occidentale, io ho tratto questa. Riducendo tutte queste mappe ad una scala questa forma finale si è compiuta. Così questa presente mappa è corretta ed affidabile per i sette mari come le mappe di queste nostre nazioni sono considerate corrette ed affidabili dai naviganti.
7) è stato raccontato da un infedele portoghese che in questo luogo notte e giorno sono al loro momento più corto di due ore ed al loro momento più lungo di ventidue ore. Ma il giorno è molto caldo e nella notte c'è molta rugiada.
8) Sulla strada della provincia delle Indie(Hind) un battello portoghese incontrò un vento contrario (soffiante) dalla costa. Il vento dalla costa.....(illeggibile) quello (il battello). Dopo essere stato spinti a sud da una tempesta loro videro una costa di fronte a loro e si diressero verso essa.... (illeggibile). Videro che quei posti presentavano buoni ancoraggi. Gettarono l'ancora ed andarono a terra nelle barche. Videro gente camminare, tutta nuda. Ma questa tirò loro delle frecce, con le punte d'osso di pesce. Restarono lì otto giorni.Commerciarono con quella gente a segni. Questa barca vide quelle terre e scrisse su di esse....La suddetta barca , senza andare alle Indie, ritornò in Portogallo, dove, dopo l'arrivo, diede informazioni....Loro descrissero le coste in dettaglio....Loro le hanno scoperte.
9) E in queste terre sembra ci siano mostri con pelo bianco di questa fatta ed anche buoi con sei corna. Gli infedeli portoghesi l' hanno scritto nelle loro mappe. Questa terra è deserta (o incolta). Tutto è in rovina e si dice che ci siano enormi serpenti. Per questa ragione i Portoghesi non scesero su queste coste e si dice anche che siano molto calde.

Dobbiamo ancora considerare un altro paio di fattori che ci faranno riflettere sull’enigma in questione.

In primo luogo, la mappa è rappresentata con una longitudine molto precisa; esperti che hanno analizzato la carta hanno infatti rilvevato scarti inferiori ad un grado. Ricordo, che la longitudine è definita come la distanza in gradi est ed in gradi ovest rispetto ad un meridiano di riferimento, che nella cartografia attuale è dato dal meridiano di Greenwich. Il calcolo della longitudine a differenza del calcolo della latitudine che veniva facilmente ottenuto attraverso gli allinamenti con i corpi celesti, ha sempre rappresentato un problema di non poco conto per i cartografi dell’epoca. Furono ideati vari metodi ma nessuno di questi era in grado di risolvere il problema nella pratica. Quello che occorreva veramente, era poter calcolare con precisione il tempo intercorso fra il punto di partenza ed il punto punto di arrivo. Solamente dopo l’anno 1730, l’inglese John Harrison, dopo molti tentativi, riuscì ad ideare un cronometro abbastanza preciso (con uno scarto inferiore a 3 secondi giornalieri) il quale permise negli anni a venire un corretto calcolo della longitudine.

In secondo luogo, bisogna sapere che per rappresentare una sfera (la Terra) su una superficie piana bisogna ricorrere da alcuni adattamenti chiamati proiezioni. Nel corso degli anni sono state inventate varie tipi di proiezioni fra cui la più famosa ed usata sugli altlanti, è quella di Mercator. Ebbene è stato determinato che la mappa di Piri Reis nella sua rappresentazione adotta proprio una proiezione chiamata proiezione azimutale equidistante.

Tutto la dice lunga su come effettivamente la carta abbia un background di conoscienze matematiche non indifferenti.
Vogliamo ricordare che il caso Piri Reis non rimane un caso isolato ma come lui ci sono altre mappe che riportano terre per l’epoca sconosciute, fra cui citiamo i nomi di: Oronzio Fineo, Mercator e Buache.
Queste coste sono chiamate le rive di Antilia. Vennero scoperte nell'anno 896 del calendario arabo. Viene riportato infatti che un infedele genovese, il suo nome Colombo, è stato colui che ha scoperto questi posti. Peraltro un libro cadde nelle mani del suddetto Colombo, e si è detto in questo libro che alla fine del mare occidentale (atlantico), sul lato occidentale, c'erano coste ed isole e tutti i generi di metalli ed anche pietre preziose. Il suddetto , avendo studiato molto questo libro, spiegò queste materie uno per uno a tutti i grandi di Genova e disse: "Avanti, datemi due navi e lasciatemi andare a scoprire questi posti." Loro gli risposero:" O inutile uomo, come può un fine o un limite essere trovato nel mare occidentale? I suoi vapori sono pieni di oscurità". Il sopra citato Colombo vide che nessun aiuto gli sarebbe venuto dai genovesi , decise altrimenti, ed andò dal re di Spagna, spiegandogli tutto. Anch’egli spagnoli risposero come i genovesi. In breve Colombo si fermò presso di loro per molto tempo e finalmente il Re di Spagna gli diede due navi, le equipaggiò e disse:" O Colombo, se succede come dici, ti faremo kapudan (ammiraglio) di quelle terre". Detto questo spedì Colombo nel mare occidentale. Il defunto Gazi Kemal aveva una schiavo spagnolo e questo schiavo raccontò a Kemal Re’is di essere stato tre volte in quelle terre con Colombo. Raccontò:" dapprima abbiamo raggiunto lo stretto di Gibilterra, quindi da lì dritto a sud e ad ovest attraverso....(illeggibile). Andati dritti per quattro migliaia di miglia abbiamo visto un isola di fronte a noi, ma gradualmente le onde divennero meno spumeggianti, il mare si calmò e la Stella Polare - i marinai sui loro compassi ancora la chiamano stella - a poco a poco si velò e divenne invisibile , e disse anche che le stelle in quelle regioni non sono le stesse di qui. Sono disposte in modo diverso. Si ancorarono all'isola che avevano visto prima. La popolazione dell'isola venne e tirò loro delle frecce. Le punte delle frecce erano fatte di ossa di pesce e l'intera popolazione girava nuda ed anche....(illeggibile). Vedendo che non potevano sbarcare sull'isola girarono sull'altro lato dell'isola e videro un battello. Vedendoli il battello fuggì e loro (la gente sul battello) scapparono via sull'isola. Loro (gli spagnoli) catturarono il battello e videro che dentro c'erano resti (carne) umani. Succedeva che questa gente erano di una nazione che viaggiava da isola ad isola cacciando uomini e mangiandoli. Dicono che Colombo vide ancora un'altra isola, si avvicinarono e videro che sull'isola c'erano grandi serpenti. Evitarono di scendere sull'isola e restarono lì diciassette giorni. La gente di quest'isola vide che nessun danno veniva loro dagli spagnoli, catturarono del pesce e lo portarono agli spagnoli nei loro piccoli battelli (filika). Loro (gli spagnoli) furono compiaciuti e regalarono a quelli delle perline di vetro.Sembra che lui (Colombo) avesse letto nel libro (quello famoso di cui si dice Colombo fosse in possesso.) che in quella regione le perline di vetro erano molto apprezzate. Vedendo le perline la popolazione portò ancora più pesce. Questi (gli spagnoli) davano loro sempre le perline di vetro. Un giorno videro dell'oro intorno al braccio di una donna, presero l'oro scambiandolo con perline. Dissero loro che se portavano ancora oro avrebbero dato in cambio perline di vetro (dicono). Quelli andarono e portarono molto oro. Pare che in quelle montagne ci fossero miniere d'oro. Un giorno, ancora, videro delle perle tra le mani di una persona. Allora fecero lo stesso, diedero perline di vetro e molte perle furono portate loro. Le perle venivano trovate sulle spiagge di quest'isola, in un posto profondo uno o due braccia. Ed ancora, caricate le loro navi con legname (da costruzione/pregiato.) e portando dietro due nativi entro l'anno furono dal re di Spagna. Ma il suddetto Colombo, non conoscendo la lingua di questi popoli, commerciava a segni e dopo questo viaggio il Re di Spagna spedì preti e orzo, insegnò ai nativi a seminare e raccogliere e li convertì alla sua religione. Loro non avevano religione alcuna. Camminavano nudi e giacevano come animali. Ora queste regioni sono aperte a tutti e sono diventate famose. I nomi che segnano i posti sulle precitate isole e coste vennero dati da Colombo, che questi posti possano essere conosciuti da loro. Ed anche, Colombo era un grande astronomo. Le coste e le isole su questa mappa sono tratte dalla mappa di Colombo.
6) Questa sezione spiega come questa mappa è stata disegnata. In questo secolo non esiste mappa come questa in mano ad alcuno. La mano di questo povero uomo l 'ha disegnata ed ora è finita. Da circa venti carte e Mappa Mundi - carte disegnate ai tempi di Alessandro, Signore dei Due Corni, (si riferisce in apparenza ad Alessandro Magno,.) che mostrano gli abitati quarti del mondo; gli arabi chiamano queste mappe Jaferiye - da otto Jaferiye di questo tipo ed una mappa arabica dell'Indo (Hind), Sind e Cina, geometricamente disegnata,ed anche dalla mappa disegnata da Colombo nella regione occidentale, io ho tratto questa. Riducendo tutte queste mappe ad una scala questa forma finale si è compiuta. Così questa presente mappa è corretta ed affidabile per i sette mari come le mappe di queste nostre nazioni sono considerate corrette ed affidabili dai naviganti.
7) è stato raccontato da un infedele portoghese che in questo luogo notte e giorno sono al loro momento più corto di due ore ed al loro momento più lungo di ventidue ore. Ma il giorno è molto caldo e nella notte c'è molta rugiada.
8) Sulla strada della provincia delle Indie(Hind) un battello portoghese incontrò un vento contrario (soffiante) dalla costa. Il vento dalla costa.....(illeggibile) quello (il battello). Dopo essere stato spinti a sud da una tempesta loro videro una costa di fronte a loro e si diressero verso essa.... (illeggibile). Videro che quei posti presentavano buoni ancoraggi. Gettarono l'ancora ed andarono a terra nelle barche. Videro gente camminare, tutta nuda. Ma questa tirò loro delle frecce, con le punte d'osso di pesce. Restarono lì otto giorni.Commerciarono con quella gente a segni. Questa barca vide quelle terre e scrisse su di esse....La suddetta barca , senza andare alle Indie, ritornò in Portogallo, dove, dopo l'arrivo, diede informazioni....Loro descrissero le coste in dettaglio....Loro le hanno scoperte.
9) E in queste terre sembra ci siano mostri con pelo bianco di questa fatta ed anche buoi con sei corna. Gli infedeli portoghesi l' hanno scritto nelle loro mappe. Questa terra è deserta (o incolta). Tutto è in rovina e si dice che ci siano enormi serpenti. Per questa ragione i Portoghesi non scesero su queste coste e si dice anche che siano molto calde.





10) intraducibile
11) e questi quattro battelli sono portoghesi. Ho riportato la loro forma. Hanno viaggiato dalla terra occidentale fino alla punta dell'Abissinia (Habesc) al fine di raggiungere l'India. Loro hanno detto verso Calice. La distanza attraverso questo golfo è di 42000 miglia.
12) ....su questa costa c'è una torre....è nondimeno....in questo clima oro....prendendo una fune.....si dice loro misurarono (NOTA il fatto che manchi metà di ciascuna linea di scrittura sembra una prova del taglio della mappa in due parti).
13) E un kuke (tipo di battello, si riferisce alla "cocca".) genovese proveniente dalle Fiandre venne preso da una tempesta. Spinto dalla tempesta arrivò in queste isole ed in questo modo esse furono scoperte.
14) Si dice che in tempi antichi un prete di nome Sanvolrandan (Santo Brandano.) viaggiò per i sette mari, così dicono. Il suddetto sbarcò su questo pesce. Loro pensarono che fosse terra ferma ed accesero un fuoco su di esso , ma quando il dorso del pesce cominciò a bruciare questo si immerse nel mare, loro si reimbarcarono sui loro battelli e scapparono sulla nave. Questo evento non è raccontato dagli infedeli portoghesi. E' preso da un antico mappamondo.(Mappae Mundi)
15) A queste isole loro diedero il nome di "Undizi Vergine". Che vuol dire Le Undici Vergini.
16) E questa isola loro la chiamano Isola di Antilia. Ci sono mostri e pappagalli e molto legno da costruzione. Non è abitata.
17) Questa barca è stata guidata presso queste coste da una tempesta e rimase dove cadde....Il suo nome (del comandante.) era Nicola Di Giuvan (di Giovanni). Su questa mappa è scritto che questi fiumi possono essere visti avere per gran parte oro (nei loro letti). Quando l'acqua andò via, loro raccolsero molto oro (polvere) dalla sabbia. Su questa mappa....
18) Questa è la barca dal Portogallo che incontrò una tempesta e venne su questa terra. I dettagli sono scritti all'angolo della mappa (NOTA: vedi n.8))
19) Gli infedeli portoghesi non andarono a ovest di qui. Tutto questo lato appartiene interamente alla Spagna. Loro hanno fatto un accordo che una (linea) di duemila miglia, al lato occidentale dello Stretto di Gibilterra debba essere preso come confine. I portoghesi non oltrepassano questo lato, ma il lato dell'India e la parte sud appartiene ai Portoghesi.
20) E questa caravella avendo incontrato una tempesta fu guidata su questa isola. Il suo nome (del comandante.) era Nicola Giuvan. Ed in quest'isola c'è molto bestiame con un corno. Per questa ragione loro chiamarono quest'isola "Isla de Vacca", che significa isola del bestiame.
21) l'ammiraglio di questa caravella è detto Messir Anton il genovese, ma è cresciuto in Portogallo. Un giorno la sopra menzionata caravella incontrò una tempesta e fu gettata su quest'isola. Lui trovò lì molto zenzero ed ha scritto su queste isole.
22) Questo mare è chiamato mare Occidentale, ma i marinai francesi lo chiamano Mare de Espagna. Che significa mare di Spagna. Fino ad ora era conosciuto con questo nome, ma Colombo , che ha aperto questo mare e reso conosciute queste isole, ed anche i Portoghesi, infedeli che hanno aperto (la strada.) fino alla regione dell'india (Hind) , hanno deciso, di comune accordo, di dare a questo mare un nuovo nome. Lo hanno chiamato Ovo Sano (Oceano), che suona come uovo. Prima di questo si pensava che questo mare non avesse fine o limite, che dall'altro lato vi fosse oscurità. Ora loro hanno visto che questo mare è circondato da coste, perché è come un lago, e l' hanno chiamato Ovo Sano.
23) In questo luogo c'è bestiame con un corno ed anche mostri di questa fatta.
24) Questi mostri sono lunghi sette spanne. tra i loro occhi c'è la distanza di una spanna. Ma sono anime innocue (non pericolose).


POSSIBILI ORIGINI DEL MISTERO

Se da una parte è molto evidente constatare che questa mappa è un oggetto fuori tempo, molto più difficile è dare una spiegazione all’origine di tale mistero. Le ipotesi riccorrenti in questo caso sono due.

La prima ipotesi, afferma che la mappa sia stata disegnata attraverso apprendimenti di matrice extraterrestre e a tal proposito riportiamo uno spezzone tratto dal libro Flying Saucers from Outer Space,dove si avvalora tale possibilità.

La seconda afferma che prima dell’inizio dell’attuale civiltà, ci sia stato tutto il tempo necessario affinchè un’altra civiltà antecedente alla nostra (inseguito autodistrutta?), abbia pututo avere il tempo di svilupparsi e raggiungere un livello tecnologico tale, da poter arrivare a cartografare il nostro pianeta. Al tal proposito vi consigliamo di legger il libro

Simone G. (www.UfoNetwork.it ©)

Si rigrazia Antonio Soldani per aver contribuito al presente articolo con la parte relativa agli approfondimenti.


I VIMANA

Le antiche astronavi che solcavano i cieli Indiani circa 15000 anni fa e che avevano armi e poteri al limite dell'immaginazione.


Molti testi Indiani alcuni religiosi ed altri di letteratura classica come ad esempio Ramayana ,Mahabharata , Vaimanika-Shashtra, Puranas, Bhagaravata e molti altri trattano di queste macchine volanti definite in sanscrito "Akasa yantrache".

Dall’analisi di tali testi, compiuta da innumerevoli studiosi e storici, sembrerebbe emergere che queste macchine, i Vimana appunto, altro non fossero che delle sofisticate macchine volanti le quali sfrecciavano comunemente nel cielo terrestre di 15000 anni fa.


Anche il significato etimologico della parola Vimana non è molto chiaro ed è avvolto da mistero. Per alcuni studiosi la parola Vimana sarebbe traducibile in: uova luminose anche se i riferimenti testuali a questi oggetti li definiscono come mezzi di trasporto utilizzati dai Deva, gli Dei, per spostarsi.

Proseguendo nello studio degli antichi testi si evince che dovevano esistere Vimana grandi e piccoli alcuni di questi erano vere e proprie città volanti mentre quelli piccoli erano per il solo utilizzo del singolo pilota. Un'altra singolarità di questi racconti quasi " fantascientifici" è la particolarità dei dettagli, è come se avessimo a che fare con dei veri e propri manuali in grado di spiegare la tecnologia di questi mezzi in modo stupefacente e addirittura esistono dei veri e propri corsi di volo.

L'importanza dei dettagli è fondamentale perché ci porta a riflettere sul come circa 15000 anni fa potessero soltanto pensare ed elaborare concetti che solo oggi si possono riscontrare nella moderna tecnologia.


Il Vaimanika-Shashtra


Il Vaimanika-Shashtra è un manoscritto che fu dettato dal filosofo Indiano Pandit Subbaraya Sastry nel 1918. Questo incredibile documento , tra l'altro scritto interamente in Sanscrito ( lingua degli Dei) e non in Hindi, tradotto successivamente in inglese, già dal titolo esprime la voglia di adentrarsi in un modo lontano 15000 anni dove sembrerebbe essere esistita una realtà tecnologica ai limiti dell'immaginazione.


La traduzione letterale di Vaimanika-Shashtra significa "Pratiche Aeronautiche" od "Astronautiche", questo stupefacente manoscritto racchiude la tecnologia dei Vimana e a differenza del Ramayana in questo caso non si trattano più poemi e racconti di battaglie tra Dei o leggende varie, questo testo risulta proprio essere un "manuale di costruzione, manutenzione e pilotaggio" di questi antichi velivoli.


Le esposizioni che seguiranno hanno lo scopo di mettere un po’ d’ordine in queste complesse tematiche e di fornire, per quanto è possibile, una chiave di lettura moderna agli antichi testi indiani. Per fare ciò iniziamo ad analizzare il contenuto del manoscritto Vaimanika-Shashtra
lo scopo di questa ricerca è quello di scovare gli elementi di una tecnologia scomparsa e quindi passiamo ad analizzare in linea di massima il contenuto di questo manoscritto.


Alcuni dati tecnici molto dettagliati e interessanti riguardano il sistema di propulsione dei Vimana che pare avvenga per mezzo di motori a combustione interna ( nei testi si parla di caldaie) in alcuni casi in altri invece, la propulsione doveva avviene per mezzo un propulsore che utilizzava come combustibile il mercurio.

Questo è un dato che forse va interpretato non proprio letteralmente, poiché probabilmente il mercurio veniva utilizzato come accumulatore d’energia. In altri passi del manoscritto si parla di sistemi antigravitazionali controllabili con la forza della mante mediante tecniche di meditazione.


Una parentesi è d’obbligo a questo punto per sottolineare il fatto che soltanto oggi, si stanno compiendo studi in questa direzione. Le Air Force mondiali hanno compreso che per ottimizzare ulteriormente i comandi dei velivoli caccia, riducendo così ulteriormente i tempi che intercorrono tra comando del cervello ed azione meccanica per esempio del braccio, è necessario sviluppare una tecnologia che abbandoni i leveraggi meccanici. Sono già in fase sperimentale infatti dispositivi di guida dei caccia basati sullo spostamento degli occhi del pilota. I primi velivoli sperimentali dotati di tali apparecchiature elettroniche che leggono la posizione e la forma della pupilla del pilota stanno già volando nei nostri cieli, ma con essi si apre il capitolo che i nuovi piloti dovranno essere addestrati anche per il controllo delle emozioni. Anche se l’uomo “moderno” è arrivato solo nel terzo millennio a sviluppare tecniche di volo basate sulle emozioni nei testi riguardanti i Vimana vi era già traccia.

In altri passi del manoscritto indiano viene descritto anche l'interno della cabina di pilotaggio dove si trovano 3 sedili 3 leve e 3 anelli ruotanti questi servivano rispettivamente il primo a sollevare il veicolo, il seconda per dare la direzione, ed il terzo ad accelerarlo.


Probabilmente però uno dei passaggi più interessanti del testo Indiano è quello che sembra descrivere le varie leghe che venivano utilizzate per la costruzione dei Vimana nonché il procedimento impiegato per ottenerle. In proposito proponiamo alcuni passi del manoscritto.


" ...Shounaka dice che ci sono tre tipi di metalli detti Somaka, Soundaalika e Mourthwika che, opportunamente miscelati, danno origine a sedici tipi di leghe che assorbono molto bene il calore. Manibhadra dice che i metalli che sono luminosi sono adatti per produrre aeroplani e questi metalli sono sedici. Saambara dice ancora che sedici metalli formati da leghe di metalli del gruppo Soma, Soundaala e Mourthwika non sono conduttori di calore e sono utili per costruire vymaana ...". Il testo continua così: "...Nel settimo strato della terra, nella terza miniera si trovano i metalli della serie Soma. Essi sono di trentotto tipi. Nel Lohatantra o Scienza dei Metalli viene detto anche che nella terza sezione del settimo livello della terra i metalli Soma possiedono cinque speciali qualità e sono detti beejalohas o metalli base..." e segue ancora "...Nel settimo livello i metalli sono di ventisette specie. Il terzo tipo di metalli sono detti metalli base ed hanno cinque qualità...".


Per interpretare al meglio questa parte del Vymaanika-Shaastra è utile conoscere le regole con cui gli elettroni si distribuiscono attorno ad un nucleo e quindi utilizzare un sistema di classificazione degli elementi come quella della "tabella degli elementi" di Mendeleev.


In chimica sì sa che ci sono proprio 7 livelli energetici distinti che possono essere occupati dagli elettroni. Si potrebbe quindi ipotizzare che gli indiani di 15000 anni fa conoscessero i 7 livelli energetici degli elettroni e che evidentemente conoscessero anche le regole con cui gli elettroni si dispongono nello spazio attorno al nucleo. Infatti noi conosciamo 8 modi possibili di sistemare gli elettroni attorno al nucleo di un atomo e per questo abbiamo diviso la tabella di Mendeleev in 8 gruppi.


Ecco un altro passo significativo del Vymaanika-Shaastra:


" ...La gravità del centro della terra, la gravità della terra globale, il flusso solare, la forza dell'aria, la forza emanante dai pianeti e dalle stelle, le forze gravitazionali del Sole e della Luna e le forze gravitazionali dell'Universo producono i livelli della terra nelle proporzioni 3, 8, 11, 5, 2, 6, 4, 9 e ... causano l'origine dei metalli... ".


La traduzione più plausibile di queste parole del testo, se teniamo come punto di riferimento la chimica e la fisica odierna sarebbe questa:

" Tutte le forze e le interazioni dell'Universo, espresse da leggi fisiche ben precise, hanno formato i diversi metalli che si dividono in otto tipi fondamentali descritti da otto numeri. Ciascun numero sembra descrivere la configurazione elettronica del primo elemento di ciascun gruppo, il 3 è il litio, l' 8 è l'ossigeno, il 5 è il boro, il 2 è l'elio, il 6 è il carbonio, il 4 è il berillio, il 9 è il fluoro mentre l'11 è il sodio ma al suo posto ci dovrebbe essere l'azoto (N = Nitrogeno)".


Quest'ultima è l'unica discrepanza che si trova in questo paragrafo del manoscritto. Forse il numero 11 è stato mal ricordato e quindi mal riportato nel libro? Oppure semplicemente mal tradotto? In fondo dopo 15000 anni ci si può anche permettere un piccolo errore. E’ quindi molto plausibile che 15000 anni fa gli indiani conoscessero molto bene la chimica e la fisica tanto da riuscire a miscelare bene i vari metalli per creare leghe particolari adatte alla costruzione dei Vimana.

I segreti per pilotare i Vimana


Ecco un elenco con la traduzione tratta da questi manoscritti che riguardano le tecniche "segrete" di pilotaggio dei Vimana o se vogliamo alcuni "trucchi del mestiere":
MAANTRIKA : l'invocazione di mantra che permetterà ad uno di ottenere certi poteri spirituali ed ipnotici cosicché possa costruire veicoli volanti indistruttibili
TAANTRIKA : dall'acquisizione di qualcuno dei poteri tantrici , il pilota può nascondere il suo "aereo"
GOODHA : permette al pilota di rendere il suo Vimana invisibile ai nemici . Adrishya ottiene lo stesso risultato attraendo la forza del flusso etereo nel cielo.
PAROKSHA : esso mette in grado il pilota di paralizzare gli altri Vimana e di metterli fuori combattimento.
APAROKSHA : il pilota può servirsi di questa abilità per proiettare fasci lucenti dal fronte della sua nave per illuminare la sua via.
VIROOPA KARANA : con questa capacità al comando , il pilota può produrre un temporaneo fumo , può caricarlo con le calde onde del cielo e far assumere alla sua nave una forma terrificante che garantisce grandi fremiti in coloro che guardano .
ROOPAANARA: può permettere al Vimana di assumere forme come quelle del leone , della tigre , del serpente , di una montagna per confondere gli osservatori.
SUROOPA : se qualcuno può attrarre i 30 tipi di “forza Karaka” , può far sembrare il Vimana una damigella paradisiaca addobbata con fiori e gioielli .
PRALAYA : comprime la forza elettrica attraverso i cinque tubi aerei cosicché il pilota possa distruggere ogni cosa come in un cataclisma . Vimukna manda una pozione velenosa nell'aria per causare uno stato di insensibilità totale e di coma.
TAARA : questa capacità , una volta governata , fornisce al pilota un altro metodo per eludere il contatto col nemico o per nascondere i propri intendimenti agli osservatori : Miscelando con la forza eterea 10 parti di forza aerea , 7 parti di forza acquea e 16 parti di capacità solare , e proiettandole dalle parti dello specchio stellato attraverso il tubo frontale del Vimana , l'apparizione di un cielo stellato è creata.Un’interpretazione moderna potrebbe essere quella dell’aereo invisibile ai radar.
SAARPA-GAMANA : questo segreto permette al pilota di attrarre le forze dell'aria , unirle con i raggi solari e passare la mistura attraverso il centro della nave così che il Vimana avrà un movimento a zigzag come un serpente.
Quest’ultima voce risulta particolarmente interessante se la paragoniamo ai più accreditati avvistamenti ufologici. Il procedere a zig-zag è una delle principali caratteristiche di autenticità in un avvistamento UFO
ROOPAAKARSHANA : permette al pilota di vedere dentro al Vimana nemico.
KRYAAGRAHANA: permette ad uno di spiare tutte le attività che avvengono al di sotto sulla terra.
JALADA ROOPA : le sue istruzioni permettono al pilota di sapere le corrette proporzioni di alcuni composti chimici che miglioreranno il Vimana e gli daranno la forma di una nuvola.

I Vimana ad uso militare

In molti poemi indiani si parla molto dell'utilizzo dei Vimama da parte degli Dei come mezzo di locomozione per percorrere lunghe distanze, probabilmente anche al di fuori del sistema solare.
Tuttavia un altro importante aspetto viene descritto in questi antici testi indiani ovvero quello di uso militare nelle millenarie guerre tra gli dei che si sono combattute 15000 anni fa nell'attuale Sri Lanka , nel deserto del Gobi ecc..


E’ interessante osservare che ancor oggi, nei suddetti luoghi, si trovano reperti archeologici di città vetrificate a causa di una probabile guerra atomica tra Dei.Infatti In questi poemi il Ramayana ,Mahabharata ecc. Si parla appunto di guerre millenarie combattute con armi terribili delle quali forniremo alcuni esempi e che , come vedrete , sono riconducibili alle armi odierne. Ecco l'elenco di alcuni tipi di arma:


L'arco di GANDIVA : Capace di scagliare frecce che inseguivano il nemico e al momento che colpivano il bersaglio generavano un 'onda di fuoco che inceneriva quanto colpito.

Non è difficile vedere in questa traduzione i missili a puntamento termico, che inseguono il bersaglio basandosi sul calore emesso dai motori.


BHUCUNDI: un 'arma capace di scagliare folgori contro i nemici
SURADTSANA:Un 'arma a disco simile al sole splendente che inceneriva gli eserciti
La verga di KALA : Un'arma che uccideva a distanza
VAYAVYA ASTRA : Genera turbini di vento
KANDARPA: Eccita smodatamente il desiderio sessuale
MURCHCHDHANA : causa la soppressione temporanea delle sensazioni
In questi ultimi due esempi probabilmente si parla di bombe chimiche o batteriologice dove, la conoscenza della chimica da parte dell’antico popolo trova qui un’ulteriore conferma.
SHABDAVEDITVA: Una freccia che insegue i suoni (anche in questo caso si trattava di un probabile missile intelligente)


In fine citiamo la più terribile arma mai realizzata la così detta arma del caos " ..l'arma che possiede i poteri dell'architetto degli Dei..."

TVASHTAR: in pratica la nostra bomba atomica; riportiamo di seguito una traduzione testuale sugli effetti di questa inquietante arma:


" ...Aswatthaman...scagliò una colonna esplosiva che si aprì in tutte le direzioni, e provocò una luce brillante, come il fuoco senza fumo, cui succedette una pioggia di scintille che circondò completamente l'esercito dei PARHTA... i quattro punti cardinali per un raggio che lo sguardo non poteva abbracciare,furono coperti di buio...Un vento violento e cattivo cominciò a soffiare , né il sole stesso diede più calore... Colpiti e bruciati i guerrieri caddero come alberi abbattuti da un fuoco furioso....Grandi elefanti ,scorticati dalla vampata, si misero a correre intorno, lanciando urla di terrore...l'aria e l'acqua erano avvelenate....coloro che sopravvissero morirono poco dopo: La loro pelle iniziò ad ingiallire ed a cadere...i capelli e le unghie cadevano..."


Se non si trattasse di un resoconto vecchio di 15000 anni non sarebbe difficile vedere in esso un rapporto militare scritto dopo un sopraluogo a Hiroshima a seguito dell'esplosione atomica durante la II guerra mondiale.

Conclusioni


Questo pone non pochi interrogativi ai quali non è facile dare risposta:


Come potevano 15000 anni fa a conoscere così bene i dettagli di un'esplosione atomica? Se fossero solo storie di fantascienza (come alcuni sostengono) come avrebbero fatto a descrivere così bene gli effetti di un arma inventata solo nella nostra era? Chi scrive ha la convinzione che tutto, anche le leggende e la fantascienza, trovino le proprie radici nella verità. Alcuni segreti dei Vimana infatti, secondo alcune fonti, sembrerebbero essere stati utilizzati in progetti segreti dell'ex Unione Sovietica per la realizzazione di congegni antigravitazionali destinati a veicoli spaziali.
Purtroppo rimangono ancora molti interrogativi su questa antichissima "tecnologia fuori tempo", ma l’argomento merita sicuramente la massima serietà ed impegno da parte di ogni studioso per arrivare, forse un giorno, a svelare il nostro sconosciuto passato.


A cura di:

Daniele Pavone
Amministratore del portale ufologico
www.ufonetwork.it
 
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1 replies since 18/10/2008, 23:16   84 views
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