Tarrocchi, oracolo dei tarocchi celtici

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arconte73
view post Posted on 28/9/2008, 01:12




I tarocchi sono un tipo di carte da gioco che trovano la maggiore diffusione in Europa, tra la fine del medioevo e il Rinascimento. Nati anticamente come gioco di carte nelle corti signorili dell'Italia settentrionale, oggi sono utilizzati popolarmente a scopo divinatorio, ma in virtù del loro contenuto sapienziale sono un punto di riferimento fondamentale per gli studiosi di esoterismo che vedono nei 22 Trionfi, o Arcani maggiori, le tappe di un percorso d'iniziazione. Va inoltre sottolineato che molti artisti e intellettuali si sono lasciati affascinare da queste figure arcane e hanno realizzato o ideato nuovi tarocchi, spesso profondamente diversi da quelli antichi.

L'origine dei tarocchi è ormai nota con certezza: nacquero nell'Italia settentrionale, molto probabilmente a Milano, agli inizi del Quattrocento; non a caso i più antichi mazzi di tarocchi oggi conosciuti provengono dalla corte di Filippo Maria Visconti (1412-1447), duca di Milano, che secondo lo storico Giordano Berti potrebbe essere l'inventore o il committente di queste speciali carte.

Sull'origine dei tarocchi esistono tuttavia numerose teorie esoteriche, senza alcun fondamento storico. La più nota vuole che i Tarocchi provengano dall'Antico Egitto dei Faraoni e direttamente dal dio Thot. Le elucubrazioni esoteriche sui tarocchi si svilupparono fra il XVIII ed il XIX secolo a partire dagli studi pubblicati da Jean-Baptiste Alliette e Antoine Court de Gebelin, che ne postularono un'antica origine, non validata da alcuna fonte storica, legata ai miti dell'antico Egitto o della Cabala ebraica. Il primo a lanciare queste teorie fu il poligrafo francese Antoine Court de Gebelin, alla fine del Settecento. Nella metà del secolo seguente Alphonse Louis Constant, meglio conosciuto come Eliphas Levi, indicò le origini dei tarocchi nella cabala ebraica, per via del fatto che i Trionfi sono ventidue come le lettere dell'alfabeto ebraico.

Un mazzo di tarocchi, di qualsiasi tipo, si costituisce comunque di 78 carte. Le 22 figure denominate in origine Trionfi e ribattezzate dagli esoteristi Arcani Maggiori, mostrano un'iconografia di chiara derivazione cristiana (ad esempio Il Diavolo, L'Angelo, La Forza, La Temperanza, La Giustizia, Il Papa ecc.). Le 56 figure denominate Arcani minori consistono nelle tradizionali carte da gioco a semi italiani (coppe, denari, bastoni e spade) e precedono di almeno 40 anni le carte dei Trionfi. Ciò significa che il mazzo dei tarocchi risultò dall'unione di due diversi mazzi.

La differenza tra le due sequenze è stata sottolineata dagli esoteristi in questo modo: gli Arcani maggiori contengono simboli universali, riconducibili ad esperienze di vita particolari, mentre i minori sono una sorta di punteggiatura dei responsi.

Nel 1927 Oswald Wirth cercò di riassumere in un manuale (ancora oggi pubblicato) le chiavi interpretative assegnate a ciascuna carta dai membri della fratellanza alla quale era legato: l'Ordine Cabalistico della Rosa+Croce. La trattazione viene completata con un mazzo di 22 Arcani Cabbalistici disegnati dallo stesso Wirth nel 1889.

L'uso dei tarocchi come carte da gioco è si trova ancora in molte aree italiane e francesi. Il tarocco siciliano è utilizzato a Barcellona Pozzo di Gotto ed a Calatafimi. A Bologna si usa il Tarocchino bolognese, le cui regole originali sono conservate dall'Accademia del Tarocchino bolognese. A Pinerolo si usa il Tarocco ligure-piemontese. In Francia si usa il Tarot nouveau; qui le regole sono fissate dalla Fédération Française de Tarot.

Lo straordinario interesse che si è sviluppato intorno ai tarocchi dalla seconda metà dell’Ottocento in avanti ha spinto numerosi artisti contemporanei a reinterpretare le misteriose figure. Fra gli italiani si possono ricordare Franco Gentilini, Renato Guttuso, Emanuele Luzzati [1], Ferenc Pinter e Sergio Toppi, oltre al Premio Nobel Dario Fo. Fra gli artisti non italiani spiccano Salvador Dalì e Niki de Saint-Phalle, autrice del fantastico Giardino dei Tarocchi costruito a Garavicchio, presso Capalbio.


Il mazzo dei tarocchi [modifica]
Pochi degli originali mazzi di tarocchi nati tra il Quattrocento e il Cinquecento ci sono pervenuti interi o quasi interi, ma grazie al confronto, all'integrazione fra differenti mazzi ed alle fonti letterarie, si può constatare come il mazzo si sia mantenuto sostanzialmente inalterato fino agli inizi del Novecento, quanto gli esoteristi cominciarono ad illustrare anche le carte comuni, definite Arcani minori.

Il mazzo dei tarocchi è suddiviso in due parti: una costituita da un numero variabile di carte (comunemente 14 carte per seme) con valori numerici più figure divise in quattro semi simile ad un mazzo di gioco ordinario (Arcani minori), mentre la seconda è la cosiddetta serie dei Trionfi (Arcani maggiori), una serie di carte rappresentanti un preciso ed ordinato insieme di soggetti: ruoli sociali, virtù e concetti filosofici e religiosi.

Esistono versioni dove il numero di carte è minore, per esempio i cosiddetti Tarocchi del Mantegna, composti da 50 carte divise in cinque gruppi, ma il tipico mazzo di tarocchi è strutturato come sopra descritto.


Le carte dei semi
Le 56 carte dei semi, formate da quattro semi di 14 carte ciascuno dall'1 (o asso) al 10 più quattro figure: fante, cavallo, regina, re. I semi possono essere tanto i tradizionali semi italiani (coppe, spade, bastoni e denari), quanto i semi francesi (cuori, picche, fiori, quadri), quanto semi tedeschi, a seconda delle zone.

È questa la parte del mazzo che presenta le maggiori variazioni a seconda delle varie versioni; in particolare alcune versioni di tarocchi presentano una serie "incompleta" di carte dei semi, come per esempio il Tarocco Bolognese (cosiddetto tarocchino per questo motivo) in cui le carte sono 40 e vanno dal 6 al re, più l'asso (e con un ordinamento differente a seconda dei semi). Un esempio di mazzo allargato è invece rappresentato da un antico mazzo proveniente dalla Corte di Filippo Maria Visconti, terzo duca di Milano, in cui le figure sono sei: fante, fantesca, cavaliere, dama a cavallo, re e regina. Il numero di carte presenti nei mazzi "non standard" è riconducibile a diverse pratiche di gioco, anziché alle teorie di pensiero delle varie scuole magiche o alchemiche. Difatti, nella tradizione esoterica il punto di riferimento costante è il classico mazzo di 78 carte.


I Trionfi o Arcani Maggiori [modifica]
L'origine del nome non è chiara. Lo storico italiano Giordano Berti, sulla scorta delle indagini di altri ricercatori, ipotizza quattro possibilità:

un rapporto diretto con un'opera letteraria omonima, Triumphi, di Francesco Petrarca, le cui sei allegorie sono state spesso rappresentate in modo simile alle icone trionfali dei Tarocchi: Trionfo dell'Amore = Amanti (Arcano VI), Trionfo della Castità = Temperanza (Arcano XIV), Trionfo della Morte = Morte (Arcano XIII), Trionfo della Fama = Giudizio (Arcano XX), Trionfo del Tempo = Eremita (Arcano IX), Trionfo dell'Eternità = Mondo (Arcano XXI);
un rapporto con i carri trionfali che nel Medioevo accompagnavano le processioni carnevalesche;
un rapporto con i cortei trionfali della Roma imperiale, imitati nel tardo Medioevo e nel Rinascimento da principi e duchi per celebrare pubblicamente qualche evento di particolare importanza;
la serie dei 22 Trionfi dei Tarocchi, ben distinta dalle 56 carte comuni, nel corso del gioco trionfa sempre su queste ultime.
I Trionfi sono in tutti i mazzi correnti in numero di 22, e riproducono quasi universalmente la stessa serie di figure dei mazzi rinascimentali e medioevali. Sebbene in molti mazzi moderni (molti dei quali utilizzati o prodotti esplicitamente per la cartomanzia) la serie dei Trionfi sia numerata, le prime versioni erano senza numero: l'ordinamento, conseguente da ragioni sociali o filosofiche legate ai soggetti rappresentati, era ben conosciuto dai giocatori, e imparato a memoria. Sebbene i soggetti dei Trionfi non varino da mazzo a mazzo (ma in realtà ci sono eccellenti eccezioni di tarocchi non tradizionali con soggetti totalmente differenti), il loro ordine non è sempre strettamente identico, a seconda delle tradizioni. Tali differenze risalgono sino all'epoca di nascita dei tarocchi stessi da una città all'altra, e ci sono alcune fonti letterarie che attestano differenti ordinamenti. Da notare che la posizione più controversa tra le varie teorie, è rappresentata dal " Matto", collocato prima del " Bagatto" o dopo il "Mondo".

I soggetti tradizionali dei Trionfi sono: il matto, il bagatto, la papessa, l'imperatrice, l'imperatore, il papa, l'innamorato, il carro, la giustizia, l'eremita, la ruota della fortuna, la forza (o la virtù), l'appeso, la morte (in alcune versioni dei tarocchi, " L'arcano senza nome "), la temperanza, il diavolo, la saetta (o la torre), la stella, la luna, il sole, il giudizio, il mondo. In molti mazzi usati per la cartomanzia, alcune carte hanno nomi differenti: "il bagatto" può allora divenire "il mago", "la papessa" "la sacerdotessa", e "il papa" "lo ierofante".

Come detto, l'ordine esatto varia da mazzo a mazzo, e quello presentato qui sopra è da intendersi come indicazione di massima. Il Matto può apparire sia all'inizio della sequenza (col numero 0, come nei tarocchi di marsiglia), sia alla fine (col numero 22).


Il gioco dei tarocchi
Il gioco tradizionale giocato coi Tarocchi sin dalla sua origine è variato poco, anche se innumerevoli varianti ne esistono in tutta Europa. Si tratta di un gioco di prese simile al tressette, alla briscola, al whist o al bridge, in cui i Trionfi o Arcani giocano il ruolo delle "briscole", cioè delle carte più forti.

Il mazzo è composto da 22 Arcani Maggiori o Trionfi e da 56 carte divise in quattro semi, quindi ogni seme è costituito da 14 carte, le prime dieci numerate da uno a dieci più quattro carte vestite: Re, Regina, Cavaliere e Fante.


La forza delle carte
Per decidere le prese l'ordine di priorità delle carte dalla più alta alla più bassa è:

Gli Arcani Maggiori a partire dal XXI (Il Mondo) fino allo 0 (Il Matto)
I Re
Le Regine
I Cavalieri
I Fanti
Le carte numerate dal dieci all'uno (Asso)
A parità di carta giocata, la forza è decisa dal seme.


La forza dei semi
In ordine decrescente:

spade
coppe
denari
bastoni
Quindi, ad esempio, il tre di denari è più basso del tre di spade.


Il valore delle carte
Al termine della mano il valore delle carte per determinare il punteggio è:

Il Mondo (XXI) vale 5 punti
Il Bagatto (I) vale 5 punti
Il Matto (0) vale 4 punti.
Il Re vale 5 punti
La Regina vale 4 punti
Il Cavaliere vale 3 punti
Il Fante vale 2 punti
Tutte le altre carte che vanno dal 10 all'uno valgono 1 punto.

Il mazziere
Il mazziere, cioè colui che distribuisce le carte all'inizio di ogni mano, è sorteggiato mediante la pesca di una carta da parte di tutti i giocatori all'inizio della partita. Chi pesca la carta più bassa sarà il primo mazziere. La carta considerata più bassa è l'asso di bastoni, quella più alta è l'Arcano XXI (Il Mondo). Il giocatore che pescasse l'Arcano 0 (Il Matto) dovrà ripetere il sorteggio.



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Oggetto: Re: i Tarocchi Gio 11 Set 2008 - 20:30

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Admin ha scritto:
I tarocchi sono un tipo di carte da gioco che trovano la maggiore diffusione in Europa, tra la fine del medioevo e il Rinascimento. Nati anticamente come gioco di carte nelle corti signorili dell'Italia settentrionale, oggi sono utilizzati popolarmente a scopo divinatorio, ma in virtù del loro contenuto sapienziale sono un punto di riferimento fondamentale per gli studiosi di esoterismo che vedono nei 22 Trionfi, o Arcani maggiori, le tappe di un percorso d'iniziazione. Va inoltre sottolineato che molti artisti e intellettuali si sono lasciati affascinare da queste figure arcane e hanno realizzato o ideato nuovi tarocchi, spesso profondamente diversi da quelli antichi.

L'origine dei tarocchi è ormai nota con certezza: nacquero nell'Italia settentrionale, molto probabilmente a Milano, agli inizi del Quattrocento; non a caso i più antichi mazzi di tarocchi oggi conosciuti provengono dalla corte di Filippo Maria Visconti (1412-1447), duca di Milano, che secondo lo storico Giordano Berti potrebbe essere l'inventore o il committente di queste speciali carte.

Sull'origine dei tarocchi esistono tuttavia numerose teorie esoteriche, senza alcun fondamento storico. La più nota vuole che i Tarocchi provengano dall'Antico Egitto dei Faraoni e direttamente dal dio Thot. Le elucubrazioni esoteriche sui tarocchi si svilupparono fra il XVIII ed il XIX secolo a partire dagli studi pubblicati da Jean-Baptiste Alliette e Antoine Court de Gebelin, che ne postularono un'antica origine, non validata da alcuna fonte storica, legata ai miti dell'antico Egitto o della Cabala ebraica. Il primo a lanciare queste teorie fu il poligrafo francese Antoine Court de Gebelin, alla fine del Settecento. Nella metà del secolo seguente Alphonse Louis Constant, meglio conosciuto come Eliphas Levi, indicò le origini dei tarocchi nella cabala ebraica, per via del fatto che i Trionfi sono ventidue come le lettere dell'alfabeto ebraico.

Un mazzo di tarocchi, di qualsiasi tipo, si costituisce comunque di 78 carte. Le 22 figure denominate in origine Trionfi e ribattezzate dagli esoteristi Arcani Maggiori, mostrano un'iconografia di chiara derivazione cristiana (ad esempio Il Diavolo, L'Angelo, La Forza, La Temperanza, La Giustizia, Il Papa ecc.). Le 56 figure denominate Arcani minori consistono nelle tradizionali carte da gioco a semi italiani (coppe, denari, bastoni e spade) e precedono di almeno 40 anni le carte dei Trionfi. Ciò significa che il mazzo dei tarocchi risultò dall'unione di due diversi mazzi.

La differenza tra le due sequenze è stata sottolineata dagli esoteristi in questo modo: gli Arcani maggiori contengono simboli universali, riconducibili ad esperienze di vita particolari, mentre i minori sono una sorta di punteggiatura dei responsi.

Nel 1927 Oswald Wirth cercò di riassumere in un manuale (ancora oggi pubblicato) le chiavi interpretative assegnate a ciascuna carta dai membri della fratellanza alla quale era legato: l'Ordine Cabalistico della Rosa+Croce. La trattazione viene completata con un mazzo di 22 Arcani Cabbalistici disegnati dallo stesso Wirth nel 1889.

L'uso dei tarocchi come carte da gioco è si trova ancora in molte aree italiane e francesi. Il tarocco siciliano è utilizzato a Barcellona Pozzo di Gotto ed a Calatafimi. A Bologna si usa il Tarocchino bolognese, le cui regole originali sono conservate dall'Accademia del Tarocchino bolognese. A Pinerolo si usa il Tarocco ligure-piemontese. In Francia si usa il Tarot nouveau; qui le regole sono fissate dalla Fédération Française de Tarot.

Lo straordinario interesse che si è sviluppato intorno ai tarocchi dalla seconda metà dell’Ottocento in avanti ha spinto numerosi artisti contemporanei a reinterpretare le misteriose figure. Fra gli italiani si possono ricordare Franco Gentilini, Renato Guttuso, Emanuele Luzzati [1], Ferenc Pinter e Sergio Toppi, oltre al Premio Nobel Dario Fo. Fra gli artisti non italiani spiccano Salvador Dalì e Niki de Saint-Phalle, autrice del fantastico Giardino dei Tarocchi costruito a Garavicchio, presso Capalbio.


Il mazzo dei tarocchi
Pochi degli originali mazzi di tarocchi nati tra il Quattrocento e il Cinquecento ci sono pervenuti interi o quasi interi, ma grazie al confronto, all'integrazione fra differenti mazzi ed alle fonti letterarie, si può constatare come il mazzo si sia mantenuto sostanzialmente inalterato fino agli inizi del Novecento, quanto gli esoteristi cominciarono ad illustrare anche le carte comuni, definite Arcani minori.

Il mazzo dei tarocchi è suddiviso in due parti: una costituita da un numero variabile di carte (comunemente 14 carte per seme) con valori numerici più figure divise in quattro semi simile ad un mazzo di gioco ordinario (Arcani minori), mentre la seconda è la cosiddetta serie dei Trionfi (Arcani maggiori), una serie di carte rappresentanti un preciso ed ordinato insieme di soggetti: ruoli sociali, virtù e concetti filosofici e religiosi.

Esistono versioni dove il numero di carte è minore, per esempio i cosiddetti Tarocchi del Mantegna, composti da 50 carte divise in cinque gruppi, ma il tipico mazzo di tarocchi è strutturato come sopra descritto.


Le carte dei semi
Le 56 carte dei semi, formate da quattro semi di 14 carte ciascuno dall'1 (o asso) al 10 più quattro figure: fante, cavallo, regina, re. I semi possono essere tanto i tradizionali semi italiani (coppe, spade, bastoni e denari), quanto i semi francesi (cuori, picche, fiori, quadri), quanto semi tedeschi, a seconda delle zone.

È questa la parte del mazzo che presenta le maggiori variazioni a seconda delle varie versioni; in particolare alcune versioni di tarocchi presentano una serie "incompleta" di carte dei semi, come per esempio il Tarocco Bolognese (cosiddetto tarocchino per questo motivo) in cui le carte sono 40 e vanno dal 6 al re, più l'asso (e con un ordinamento differente a seconda dei semi). Un esempio di mazzo allargato è invece rappresentato da un antico mazzo proveniente dalla Corte di Filippo Maria Visconti, terzo duca di Milano, in cui le figure sono sei: fante, fantesca, cavaliere, dama a cavallo, re e regina. Il numero di carte presenti nei mazzi "non standard" è riconducibile a diverse pratiche di gioco, anziché alle teorie di pensiero delle varie scuole magiche o alchemiche. Difatti, nella tradizione esoterica il punto di riferimento costante è il classico mazzo di 78 carte.


I Trionfi o Arcani Maggiori
L'origine del nome non è chiara. Lo storico italiano Giordano Berti, sulla scorta delle indagini di altri ricercatori, ipotizza quattro possibilità:

un rapporto diretto con un'opera letteraria omonima, Triumphi, di Francesco Petrarca, le cui sei allegorie sono state spesso rappresentate in modo simile alle icone trionfali dei Tarocchi: Trionfo dell'Amore = Amanti (Arcano VI), Trionfo della Castità = Temperanza (Arcano XIV), Trionfo della Morte = Morte (Arcano XIII), Trionfo della Fama = Giudizio (Arcano XX), Trionfo del Tempo = Eremita (Arcano IX), Trionfo dell'Eternità = Mondo (Arcano XXI);
un rapporto con i carri trionfali che nel Medioevo accompagnavano le processioni carnevalesche;
un rapporto con i cortei trionfali della Roma imperiale, imitati nel tardo Medioevo e nel Rinascimento da principi e duchi per celebrare pubblicamente qualche evento di particolare importanza;
la serie dei 22 Trionfi dei Tarocchi, ben distinta dalle 56 carte comuni, nel corso del gioco trionfa sempre su queste ultime.
I Trionfi sono in tutti i mazzi correnti in numero di 22, e riproducono quasi universalmente la stessa serie di figure dei mazzi rinascimentali e medioevali. Sebbene in molti mazzi moderni (molti dei quali utilizzati o prodotti esplicitamente per la cartomanzia) la serie dei Trionfi sia numerata, le prime versioni erano senza numero: l'ordinamento, conseguente da ragioni sociali o filosofiche legate ai soggetti rappresentati, era ben conosciuto dai giocatori, e imparato a memoria. Sebbene i soggetti dei Trionfi non varino da mazzo a mazzo (ma in realtà ci sono eccellenti eccezioni di tarocchi non tradizionali con soggetti totalmente differenti), il loro ordine non è sempre strettamente identico, a seconda delle tradizioni. Tali differenze risalgono sino all'epoca di nascita dei tarocchi stessi da una città all'altra, e ci sono alcune fonti letterarie che attestano differenti ordinamenti. Da notare che la posizione più controversa tra le varie teorie, è rappresentata dal " Matto", collocato prima del " Bagatto" o dopo il "Mondo".

I soggetti tradizionali dei Trionfi sono: il matto, il bagatto, la papessa, l'imperatrice, l'imperatore, il papa, l'innamorato, il carro, la giustizia, l'eremita, la ruota della fortuna, la forza (o la virtù), l'appeso, la morte (in alcune versioni dei tarocchi, " L'arcano senza nome "), la temperanza, il diavolo, la saetta (o la torre), la stella, la luna, il sole, il giudizio, il mondo. In molti mazzi usati per la cartomanzia, alcune carte hanno nomi differenti: "il bagatto" può allora divenire "il mago", "la papessa" "la sacerdotessa", e "il papa" "lo ierofante".

Come detto, l'ordine esatto varia da mazzo a mazzo, e quello presentato qui sopra è da intendersi come indicazione di massima. Il Matto può apparire sia all'inizio della sequenza (col numero 0, come nei tarocchi di marsiglia), sia alla fine (col numero 22).


Il gioco dei tarocchi
Il gioco tradizionale giocato coi Tarocchi sin dalla sua origine è variato poco, anche se innumerevoli varianti ne esistono in tutta Europa. Si tratta di un gioco di prese simile al tressette, alla briscola, al whist o al bridge, in cui i Trionfi o Arcani giocano il ruolo delle "briscole", cioè delle carte più forti.

Il mazzo è composto da 22 Arcani Maggiori o Trionfi e da 56 carte divise in quattro semi, quindi ogni seme è costituito da 14 carte, le prime dieci numerate da uno a dieci più quattro carte vestite: Re, Regina, Cavaliere e Fante.


La forza delle carte
Per decidere le prese l'ordine di priorità delle carte dalla più alta alla più bassa è:

Gli Arcani Maggiori a partire dal XXI (Il Mondo) fino allo 0 (Il Matto)
I Re
Le Regine
I Cavalieri
I Fanti
Le carte numerate dal dieci all'uno (Asso)
A parità di carta giocata, la forza è decisa dal seme.


La forza dei semi
In ordine decrescente:

spade
coppe
denari
bastoni
Quindi, ad esempio, il tre di denari è più basso del tre di spade.


Il valore delle carte
Al termine della mano il valore delle carte per determinare il punteggio è:

Il Mondo (XXI) vale 5 punti
Il Bagatto (I) vale 5 punti
Il Matto (0) vale 4 punti.
Il Re vale 5 punti
La Regina vale 4 punti
Il Cavaliere vale 3 punti
Il Fante vale 2 punti
Tutte le altre carte che vanno dal 10 all'uno valgono 1 punto.

Il mazziere
Il mazziere, cioè colui che distribuisce le carte all'inizio di ogni mano, è sorteggiato mediante la pesca di una carta da parte di tutti i giocatori all'inizio della partita. Chi pesca la carta più bassa sarà il primo mazziere. La carta considerata più bassa è l'asso di bastoni, quella più alta è l'Arcano XXI (Il Mondo). Il giocatore che pescasse l'Arcano 0 (Il Matto) dovrà ripetere il sorteggio.


Una volta scelto il mazziere, egli farà mescolare il mazzo da chi stà di fronte a lui, farà tagliare a chi è immediatamente alla sua sinistra e distribuirà le carte in senso antiorario partendo da chi è immediatamente alla sua destra. Nel caso di una partita a tre giocatori il mazziere distribuisce 25 carte agli altri due giocatori e 28 a se stesso, mentre nel caso di una partita a quattro le carte distribuite sono 19 ed al mazziere ne rimangono 21.

Successivamente il mazziere deve scartare un numero di carte pari a quello eccedente rispetto a quello degli altri giocatori, che vanno così a far parte del suo monte (cioè delle sue prese) seguendo però queste regole:

Non è possibile scartare Trionfi.
È possibile scartare un Re solo nel caso in cui non si abbia nemmeno un Trionfo.

La mano
Il giocatore che sta immediatamente a destra del mazziere, inizia il gioco calando una carta. Gli altri giocatori sono obbligati a giocare una carta dello stesso seme; nel caso non ne abbiano devono giocare un Trionfo, nel caso non abbiano nemmeno Trionfi possono giocare una carta a loro scelta. Chi ha giocato la carta più forte le prende tutte e tre e le raccoglie nel proprio monte. Sarà lui a continuare il gioco giocando la carta che preferisce.


Il Matto
Il Matto è indubbiamente la carta più caratteristica dei Trionfi, e può essere giocata in qualunque momento facendole assumere un qualsiasi valore corrispondente ad un'altra carta; è usata nel conteggio dei punti come carta speciale al posto di un'altra carta che non si possiede.

È interessante notare il parallelo tra il Matto dei tarocchi e la figura del Jolly nelle carte francesi (rappresentato spesso come un giullare): il soggetto rappresentato e il loro uso sono simili, ma le origini sono diverse.


Gioco in Piemonte
In Piemonte, nel gioco dei tarocchi sono presenti alcune prassi e alcune eccezioni alle regole basi.

Prassi

> Il mazziere distribuisce le carte ad ogni giocatore, tutte insieme (25 se si gioca in 3, 19 se si gioca in 4)

> Se un giocatore all'inizio della mano non ne figure ne tarocchi le carte devono essere distribuite di nuovo

> Il mazziere non può mai scartare un Re nemmeno se non ha tarocchi

> Non si può iniziare la prima mano con tarocchi

Eccezioni

> se in una mano vi sono sia il Trionfo n° 20 ("L'Angelo") e il n° 21 ("Il Mondo"), il 20 prende sul 21

> se in una mano non vi sono ne figure ne tarocchi, nei semi lunghi (spade e bastoni) prende la più alta, nei semi corti (denari e coppe) la più bassa


Il conteggio dei punti
Finite le carte, ogni giocatore prende quelle che formano il suo monte e le conta a tre per volta nel caso di partita a tre o quattro per volta nel caso di partita a quattro.

I punti realizzati variano a seconda della composizione delle tre o quattro carte che si contano a fine mano, se fra queste carte c'è una sola carta di quelle specificate sopra, il valore sarà dato da quella carta (per es. il Re 5 punti, la Regina 4 e così via). Se nelle 4 carte sono presenti due o più figure si sottrae un punto ogni figura in più (ad es: un Re, una Regina + due carte semplici il valore invece di 9 sarà .

Il pareggio si ottiene a 26 punti, chi ne fa di più vanta un credito corrispondente ai punti realizzati oltre i 26, chi ne fa di meno ha un debito. Quando si è completato il giro, cioè ogni giocatore ha fatto da mazziere, il vincitore della partita è quello che ha più crediti.

Nella variante a quattro normalmente si gioca in coppia ed il pareggio si raggiunge a 36 punti.

 
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