Alluvioni e smottamenti,, bocciatura per il Savonese

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arconte73
view post Posted on 9/10/2009, 19:51






06 ottobre 2009 | Gianluigi Cancelli

Un approfondito studio di Legambiente e Protezione civile porta a risultati sorprendenti: sulla prevenzione i Comuni savonesi sono in ritardo
I Comuni savonesi sul cui territorio si trovano le aree a potenziale rischio idrogeologico più alto, non sembrano esser pronti ad affrontare nel migliore dei modi una eventuale emergenza alluvione. A bocciarli è il risultato di una accurata indagine relativa alla prevenzione e al monitoraggio di alluvioni e frane effettuata da Legambiente in stretta collaborazione con la Protezione civile.

Un’indagine dalla quale risulta come le amministrazioni comunali della provincia prese in esame non farebbero abbastanza non solo per prevenire, ma anche per rendere meno pesanti i danni che potrebbero derivare da una possibile alluvione. Tra le località savonesi considerate ad alto rischio idrogeologico l’unica a salvarsi, conquistando un sei seppur stentato in pagella, è Quiliano.

Subito dietro, con il voto di cinque e mezzo che seppur non rappresentando la sufficienza dimostra che comunque sotto questo aspetto qualcosa negli ultimi anni è stato fatto vi è Savona. Molto meno bene, invece, Albisola Superiore, Bardineto e Borgio Verezzi che si ritrovano quasi in fondo alla graduatoria nazionale con una votazione insufficiente.

Il “pagellone” a sindaci e assessori all’ambiente e alla protezione civile rappresenta il risultato di un’ampia e approfondita indagine che gli esperti di Legambiente e della Protezione civile hanno svolto nei mesi passati, attraverso l’invio di un dettagliato questionario, contenente una trentina di domande specifiche, a quelle amministrazioni comunali ritenute a più alto rischio idrogeologico e alluvionale. Un questionario i cui quesiti riguardavano soprattutto la gestione del territorio, la pianificazione dell’emergenza, l’informazione e l’addestramento.

I comuni della provincia di Savona considerati a possibile rischio idrogeologico, secondo un altro studio effettuato dal ministero dell’Ambiente e dall’Unione delle province d’Italia successivamente elaborato dai tecnici di Legambiente, sarebbero quasi otto su dieci. Di questi, però, soltanto cinque sono stati considerati da Legambiente e dalla Protezione civile a potenziale rischio idrogeologico più alto: si tratta di Borgio Verezzi, Bardineto, Albisola Superiore, Savona e Quiliano.

La preoccupazione, dopo gli ultimi tragici avvenimenti di Messina, è tornata a serpeggiare in buona parte della popolazione. «Il territorio ligure e in modo particolare quello ponentino, quindi non solo savonese ma anche imperiese - afferma Sergio Restagno, geologo savonese nativo di Cairo con alle spalle una lunga esperienza non solo in Italia ma anche all’estero - è molto sensibile alle piogge. A questo bisogna aggiungere come negli ultimi anni anche nel clima mediterraneo si siano verificate precipitazioni brevi ma molto intense, che noi definiamo “bombe d’acqua”, che certamente possono creare seri problemi. In sostanza tutti i dissesti idrogeologici e le alluvioni avvenute nella nostra provincia negli ultimi anni sono state provocate da una pioggia caduta in maniera molto forte nel giro molto spesso anche di poche ore, ma che è giunta al termine di un periodo nel quale si erano verificate delle forti precipitazioni. Per una serie di motivi di carattere idrogeologico, il terreno imbevuto d’acqua finisce per innescare una serie di smottamenti e movimenti franosi».

Ma in tutto questo vi sono delle responsabilità da parte dell’uomo?. «Negli ultimi decenni - afferma il geologo cairese - vi sono stati sicuramente degli errori grossolani da parte dell’uomo. Diciamo che il discorso importante dell’assetto idrogeologico del territorio è stato per molti anni, in quelli della cementificazione che ha interessato quasi tutta la nostra provincia, lasciato in secondo piano. Un discorso che comunque in questi ultimi decenni ha riguardato non solo il savonese ma più in generale l’intero territorio nazionale. Dove la densità della popolazione è cresciuta in maniera enorme, con la costruzione di un gran numero di nuovi edifici che in molti casi sono stati realizzati senza tenere nella dovuta considerazione gli aspetti idrogeologici. Una cementificazione che non oserei a definire selvaggia, anche perchè nella quasi totalità dei casi non si sono tenuti nella dovuta considerazione i problemi idrogeologici».

Perchè, però, negli ultimi anni sono aumentati i danni provocati da dissesti e alluvioni? «Il primo motivo è che a mio avviso rispetto al passato piove intensamente con una frequenza maggiore rispetto al passato - spiega ancora Sergio Restagno - ma poi ritengo vi siano altri motivi. A partire dall’abbandono delle colline e delle zone montagnose dell’entroterra ligure, sino ad arrivare al fatto di come gli alvei dei corsi d’acqua siano stati sempre più ristretti. E poi ritengo che a livello nazionale siano state fatte delle scelte scellerate, con stanziamenti di soldi sempre minori per cercare di prevenire i problemi di carattere idrogeologico».


tratto da Il Secolo XIX
 
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